Vivek Jacob, 42 anni, amministratore delegato di Carrera Holdings (secondo fabbricante mondiale di jeans) e di Banyan Tree Holdings (confederazione di aziende tessili indiane che integra l'intera filiera del settore), nonché uno dei più affermati imprenditori del suo Paese, ha siglato nei giorni scorsi un accordo con il Politecnico di Milano e un gruppo d'investitori indiani per creare Idea Factory, una “newco” il cui scopo è favorire, attraverso un centro servizi, l'accesso delle imprese tessili italiane al mercato indiano. Interesse reciproco testimoniato anche dall'odierna visita in Italia del ministro dell'Industria, Kamal Nath, alla testa della più grande missione mai inviata all'estero.
In questo settore l'India vanta un'enorme capacità produttiva, con il 21% della filatura e il 33% della tessitura mondiali, ma un livello tecnologico assai basso. Da alcuni anni il flusso di esperti italiani chiamati a rivitalizzare la millenaria tradizione indiana si è fatto notevole. «Ci serve il know-how, ma soprattutto i tecnici che lo trasmettano», sintetizza Vivek.
Grazie anche all'acquisizione di queste competenze tecniche, le ambizioni del tessile indiano si sono fatte grandiose, inserendosi in un'eccellente fase congiunturale mondiale. Il fatturato globale del settore è salito da 300 a 357miliardi di dollari nel triennio 2003-2005 e il Fmi prevede un balzo a 600 miliardi entro il 2010.
Da questa cooperazione si avvantaggeranno le aziende di entrambi i Paesi, specie quelle che nasceranno dall'attività di “business incubation”, grazie al venture capital finanziato in prevalenza dal sistema bancario indiano. «La nostra legge, ricorda Vivek, consente alle banche di entrare nei capitali aziendali fino al 10% del valore dell'asset». Ciò favorirà la crescita del capitale umano italiano mediante una “cross-fertility” che spalancherà le porte di un mercato di assoluto potenziale con il necessario sostegno finanziario.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/11/06 a cura di Pambianconews