Segnali di ripresa per il settore del legno e del mobile marchigiano che, secondo i dati congiunturali di Confindustria Marche relativi al secondo trimestre 2006, registra una crescita sia sul fronte dei livelli produttivi (+4,4% rispetto allo stesso periodo del 2005) che delle vendite (+4,2%). E anche se la cautela è d'obbligo dopo un 2004 grigio e un 2005 in difficoltà, le aspettative positive per fine anno e per il 2007 da parte degli operatori del comparto sono rafforzate soprattutto dal dato sull'export dei mobili: +8,3% tra gennaio e giugno scorsi rispetto allo stesso periodo del 2005 e +14,1% per la voce legno e prodotti in legno (fonte Istat).
Attualmente lo storico comparto conta poco più di 3mila imprese attive (-2,2% rispetto al 2001) che danno lavoro a 25mila addetti, per un fatturato complessivo di 1.700 milioni di euro. È la provincia di Pesaro e Urbino, tradizionalmente legata al comparto delle cucine, con marchi come Scavolini, Ernestomeda, Febal, Rossana, Berloni a offrire un affidabile termometro della situazione congiunturale.
«Si aprono scenari di fiducia per il comparto pesarese, particolarmente sviluppato a livello tecnologico e di design. Il settore ha reagito bene alla crisi degli ultimi anni, spiega Claudio Pagliano, presidente del gruppo Mobile e legno di Confindustria Pesaro e AD della Mercantini mobili a Piandimeleto, e da qualche tempo è tornata la capacità di investire e di produrre per i mercati esteri: Russia e Sud-Est asiatico sono nuovi sbocchi che, se opportunamente gestiti, sapranno regalare grandi soddisfazioni al mobile made in Italy».
Mobile che può contare su un solido sistema a rete di terzisti e artigiani, non solo nel nord della regione. Come dimostra lo sviluppo del segmento imbottiti nel Maceratese grazie all'antica tradizione pellettiera (su tutti Poltrona Frau). Eppure i piccoli produttori soffrono: tra il 2000 e il 2005, secondo l'Osservatorio Cna Marche, le aziende artigiane sono calate del 13,6% e la metà degli imprenditori (dati al primo semestre) registra livelli di attività stabili. L'imperativo è dunque aggregarsi, per risparmiare sui costi e affrontare i mercati esteri con prodotti diversificati di qualità. L'auspicio dei mobilieri marchigiani è che in vista del 2007 le istituzioni locali accompagnino un rilancio stabile del settore.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/11/06 a cura di Pambianconews