Continua la marcia di Luxottica alla conquista del Nord America, all'insegna del made in Italy e del lusso. Ai 4.500 negozi sparsi tra Stati Uniti e Canada si aggiungono i 100 punti vendita della catena D.O.C. Optics, acquisita per un controvalore di 90 milioni di dollari. Negozi concentrati per la gran parte nell'area di Detroit (l'undicesimo mercato più importante degli Usa) e in genere nel Midwest (dal Michigan all'Ohio, dal Wisconsin alla Florida).
«Ci aspettiamo una chiusura dell'anno in forte crescita dal business del retail del Nord America» afferma l'amministratore delegato del gruppo, Andrea Guerra (nella foto). Sulla scia del 2005 che già aveva registrato un incremento del 20%. Dalla quotazione a Wall Street nel '90 a numero uno del retail grazie all'acquisizione nel '95 di LensCrafters, le boutique d'alta gamma, e di Cole National nell'ottobre del 2004 (per non pensare allo shopping di due catene di occhialerie in Canada negli ultimi 18 mesi), Luxottica continua a puntare sugli Stati Uniti.
E non è ancora finita. «Pensiamo che ci siano tante altre opportunità di crescita» spiega Guerra. L'azienda fondata da Leonardo Del Vecchio che con un giro d'affari di 4,4 miliardi di euro (2005) è uno dei pochi gruppi italiani leader mondiale nel suo settore, esporta il 95% della sua produzione (religiosamente realizzata in sei impianti italiani e due controllati al 100% in Cina). Di cui oltre il 65% in Nord America.
«Gli Stati Uniti crescono bene perché stanno scoprendo il mondo della moda e del lusso dopo tanto sport e casual, dice il numero uno del gruppo. Un vero cambiamento culturale non confinato alle dieci città sulle due coste ma che si estende all'interno del Paese». Oggetto del desiderio sia i marchi propri come Ray-Ban, Persol, Vogue sia quelli in licenza del calibro di Chanel, Dolce & Gabbana, Prada, Versace e dal gennaio 2007 anche Ralph Lauren. La Borsa celebra l'acquisizione americana con un rialzo dello 0,99% a Piazza Affari mentre a Wall Street i titoli Luxottica salgono dell'1,64%, a 30,98 dollari, dopo aver toccato un massimo a quota 31,08. E il gruppo si aspetta per il 2006 una crescita oltre le aspettative (+10% il fatturato, +20% l'utile).
Estratto da Corriere della Sera del 3/11/06 a cura di Pambianconews