Hugo Boss con gli occhi a mandorla. E un sempre meno spiccato accento italiano. La svolta è scritta nero su bianco in un'intervista, pubblicata oggi dal Die Zeit, all'amministratore delegato della società Bruno Saelzer (nella foto). «Metto in guardia chiunque, sostiene il manager, alla guida del marchio di Metzingen dal 2002, dal sottovalutare il design made in China: c'è un'ampia tradizione di moda in quel Paese, grazie alla quale i cinesi possono offrire ogni livello qualitativo, e per cui sono almeno alla pari con gli europei. Molti prodotti di lusso vengono da oltre la Grande Muraglia dove ci sono le macchine migliori e aziende tra le più moderne».
Da quando Saelzer ha preso il timone del gruppo tedesco controllato al 51% dalla Valentino Fashion Group, il marchio, tradizionalmente maschile, ha accelerato la crescita e ha già vinto la scommessa con le linee femminili e sportswear. Il manager ha quindi le carte in regola per affermare che «dove sia prodotto un vestito non importa più al consumatore». È questione di stile e qualità. Ed ecco l'attacco indiretto all'Italia. «Ai nostri dipendenti, riprende, suggerisco: non c'è bisogno di andare cinque volte l'anno in Italia. Una è sufficiente, le altre quattro bisogna volare in Cina. Perché le collezioni sono sempre più determinate secondo le influenze orientali. L'Asia è incredibilmente aggressiva in termini di fashion, e mai come ora anche le modelle vengono dal Far-East».
Hugo Boss continua a produrre nei propri stabilimenti in Italia e in Polonia circa il 40% di scarpe e borse. Il resto viene dai Paesi a basso costo di produzione. Il gruppo ha già dimostrato al momento del lancio della linea donna di poter fare a meno dell'Italia, quando dopo appena qualche mese di attività decise nel 2000 di portare il business da Milano a Metzingen. Oggi, il gruppo controlla produzioni sia nel distretto delle scarpe marchigiano sia in quello della pelletteria in Toscana. Ma sembra aver in programma un nuovo accentramento: il trasferimento in Germania degli uffici chiave della linea Orange, finora localizzati nel Canton Ticino. Saelzer è pronto a sfruttare al massimo la macchina organizzativa del gruppo, e sembra che Vfg sia pronta ad effettuare acquisizioni di marchi proprio tramite la casa tedesca.
Estratto da Finanza & Mercati del 2/11/06 a cura di Pambianconews