Non può chiamarsi toscano perché è fatto nella Repubblica Dominicana. L'obiettivo però è erodere la nicchia dei sigari toscani fatti a mano, il top di gamma, fino a conquistarne il 10% in tre anni. In cifre, 3 milioni di pezzi venduti. È la scommessa di un gruppo di manager e professionisti, una ventina scarsa di patiti del sigaro, messi assieme da Andrea Molinari, già amministratore delegato di Lauda Air e di Volare Group. Tra loro, Ernesto Albanese, direttore generale di Coni Servizi; Marco Makaus, brand manager Europa di Rolls Royce; Giovanni Sebastiani, già amministratore delegato Meridiana ed ex Alitalia; Giovanni Aspes, ex ad di Ernst Young e l'amministratore delegato dell'aeroporto di Catania, Vittorio Fanti. La società si chiama DueMondi, riferimento chiaro a Giuseppe Garibaldi, il cui nome caratterizza il più popolare dei sigari toscani prodotti a Lucca dalla Manifattura Italiana, la società che fa capo al presidente degli industriali bolognesi, Gaetano Maccaferri (60%), a Luca Cordero di Montezemolo (20%) e Piero Gnudi (20%).
Dimensionalmente tra i due contendenti non esiste partita, però dopo un paio d'anni di sperimentazione DueMondi ha iniziato a commercializzare in tabaccherie selezionate (che diventeranno 700) due sigari che fanno concorrenza al top di gamma del più blasonato prodotto italiano. Il pallino di Molinari era lanciare un sigaro che unisse le caratteristiche del Toscano alla morbidezza del Cubano; ora sostiene di esserci riuscito utilizzando solo tabacchi autoctoni: tabacco Kentucky coltivato nel Kentucky, tabacco Michigan coltivato in Michigan, tabacco Nicaragua e Perù, provenienti dai due Paesi latinoamericani. Col nome di Molinari's Tosbano quel sigaro ha ottenuto un punteggio di 84/100 dalla rivista internazionale «Cigar Aficionado». Riuscirà a conquistare gli aficionados italiani?
Estratto da CorriereEconomia del 30/10/06 a cura di Pambianconews