«Le imprese manifatturiere devono capire: o si cresce, o si muore». Adolfo Guzzini, 65 anni di cui 42 passati a sviluppare iGuzzini, l'azienda di Recanati oggi leader italiana nel settore illuminotecnico (167 milioni di fatturato consolidato 2005, per il 67% all'export, 970 dipendenti), rappresenta la terza generazione di una dinastia imprenditoriale già arrivata al quinto scalino, e non si spaventa certo di fronte alla congiuntura difficile. Ex presidente degli industriali marchigiani, oggi membro della giunta di Confindustria e della task force per l'internazionalizzazione voluta dal presidente Montezemolo, mantiene uno sguardo vigile sull'economia regionale: «dobbiamo continuare a combattere, perché le imprese devono crescere».
Guzzini, nelle Marche è partita la ripresa?
I primi segnali del cambiamento ci sono stati nel secondo semestre del 2005. Quest'anno la crescita non si è ancora stabilizzata, il primo trimestre è andato meglio del secondo, ma quel che importa, al di là dei dati, è che le imprese marchigiane hanno reagito alla crisi facendo ristrutturazioni anche pesanti. Investendo spinte dalla pressione della globalizzazione. Riorganizzandosi. Sviluppando politiche di brand e puntando sull'internazionalizzazione.
Il modello marchigiano fondato sui distretti e sui sistemi a rete è ancora valido?
Il distretto non è superato, ha avuto un'evoluzione, per esempio nelle delocalizzazioni produttive in Albania o in Romania: alcuni hanno aperto e chiuso in poco tempo, ma chi è riuscito a consolidarsi su quei mercati ha creato una piattaforma competitiva per l'internazionalizzazione. Per le piccole imprese, però, l'internazionalizzazione resta difficile… E, infatti, bisogna spingere la crescita culturale degli imprenditori, perché tutti noi siamo nati piccoli. Alle aziende manifatturiere bisogna dire: o si cresce o si muore. Il problema è mettere le uova in più panieri, perché la diversificazione dei mercati è fondamentale.
Come chiuderà il 2006 iGuzzini?
Molto bene. Continuiamo la crescita, che sarà a due cifre in termini di fatturato, e manterremo una buona redditività, con un margine operativo lordo intorno al 18%. L'internazionalizzazione resta il nostro punto di riferimento.
Estratto da Il Mondo del 27/10/06 a cura di Pambianconews