Assicura che la sua avventura alla Rinascente è « adrenalina pura» e gli basta. «Non mi occuperò anche dei magazzini Printemps: li hanno comprati dalla Ppr Maurizio Borletti e la Deutsche Bank, che sono anche miei azionisti in Rinascente insieme a Investitori associati e Pirelli re, ma sono due progetti separati». Insomma, preferisce andare con i piedi di piombo Vittorio Radice, il manager comasco a cui i nuovi azionisti della catena ex Ifil-Agnelli hanno chiesto di ripetere il miracolo Selfridges, i grandi magazzini britannici diventati sotto la sua guida un caso di successo.
E, dopo un anno e mezzo di lavoro, è pronto a mostrare i primi risultati visibili: la ristrutturazione-rivoluzione del magazzino di piazza del Duomo a Milano (vetrine, facciata, pianterreno, mezzanino e quinto piano), dove i cartelli rossi con le scritte stile discount «prezzi pazzi» della precedente gestione hanno lasciato il posto ai nomi più prestigiosi del lusso, dai gioielli Bulgari e Cartier agli accessori Vuitton, Dolce & Gabbana e Valentino, ai cosmetici Tom Ford.
«Stiamo cambiando tutto, dai sacchetti ai palazzi, puntando a diventare la casa del lusso accessibile, ci vuole tempo» spiega Radice. «Per il 2006 il mio obiettivo è di avere un margine operativo lordo positivo, per fare utili importanti bisognerà aspettare, come previsto dal piano industriale che va al 2012».
Radice prosegue, piano industriale alla mano. Dei 110 milioni di euro previsti, 10 sono stati spesi nel 2006 e altri 20 saranno investiti nel 2007, puntando a raddoppiare il fatturato da 300 a 600 milioni di euro, con una rete di negozi rinnovata: tra chiusure (Bergamo, Grugliasco e Bari), ristrutturazioni (Milano, Cagliari, Padova, Roma e Firenze), trasferimenti (Napoli e Roma), nuove aperture (Brescia, Bologna, Venezia). «Devo riuscire a far sì che il 30% dei visitatori esca con un pacchetto», conclude Radice, «ccon all'interno le grandi griffe. Punto sugli accessori, per i quali in Italia si spende più facilmente, mentre per la moda starò su marchi fashion ma più accessibili come Liu Jo o Pinko».
Estratto da Panorama del 20/10/06 a cura di Pambianconews