Fila torna all'attivo di bilancio, con un aggressivo programma di crescita per il futuro. Dopo molti anni di esercizi in rosso e difficoltà di vario tipo, lo storico marchio italiano dell'abbigliamento sportivo dovrebbe chiudere il 2006 con un utile di 6 milioni e un fatturato di 152 milioni. Un passo avanti notevole per Fila spa, filiale italiana guidata da Stefano Di Martino e alla quale fa capo tutto il business europeo, che nel 2005 ha registrato un fatturato di 74,3 milioni e un deficit di 40,1 milioni. « La perdita 2005 è stata così forte perché abbiamo preferito pulire i bilanci in un unico esercizio», spiega Di Martino, che oltre ad avere la responsabilità di tutta l'area europea è anche chief marketing e product officer a livello mondiale. «La struttura finanziaria dell'azienda ci ha permesso di attribuire tutte le perdite a un unico esercizio senza necessità di una ricapitalizzazione straordinaria», conclude Di Martino.
Il nuovo corso di Fila avviene nell'ambito della ristrutturazione varata dal fondo americano di private equity Cerberus, che ha comprato l'azienda nel 2003 da Gemina. Cerberus, presieduto da Dan Quayle, ha conferito Fila a Sbi (Sport brand international), holding guidata da Steve Wynne (anche presidente di Fila a livello mondiale) che contiene tutte le partecipazioni del fondo nel settore sportswear.
Fila worldwide era già in utile dal 2005 con ricavi per 340 milioni di dollari e profitti di 12 milioni. Merito anche dei proventi per la cessione della filiale coreana, che generava 200 milioni di dollari di ricavi. Per quanto riguarda Fila spa, gli obiettivi per i prossimi anni sono molto ambiziosi. Il business plan predisposto da Di Martino prevede per il 2007 152 milioni di fatturato e 18 di utile, che nel 2008 dovrebbero salire a 242 e 35 e nel 2009 a 315 e 50.
Estratto da Il Mondo del 20/10/06 a cura di Pambianconews