La luce italiana illumina il mondo. Sono i nostri Artemide, Flos, FontanaArte, Guzzini, Leucos, Luceplan, Targetti e tanti altri ancora, i marchi che firmano lampade, lampadari e sistemi di illuminazione disseminati ovunque: dalle residenze del jet set internazionale ai musei, monumenti, chiese e edifici architettonici importanti. Prodotti made in Italy che si distinguono per quel tocco di creatività in più che gli altri competitor, anche più forti nei fatturati, non hanno. Tedeschi in testa, che sono i primi produttori di illuminazione nella Ue, mentre noi siamo secondi con un fatturato complessivo che nel 2005 ha raggiunto quota 4,4 miliardi di euro. Di questi la metà esatta arriva dalle esportazioni.
Le aziende che hanno più risonanza nel mondo sono quelle create da architetti e designer o che comunque lavorano in team con loro. Artemide, fondata nel 1958 dall'ingegnere aeronautico Ernesto Gismondi, è un impero della luce progettando in prima persona da Gismondi e poi in team con i più bei nomi del design mondiale, sia i cosiddetti apparecchi per l´illuminazione (lampade, lampadari, aplique e tutto il resto) sia sistemi per l´lluminazione.
Secondo un altro portabandiera dell'illuminazione tricolore come Paolo Targetti, «la luce è un elemento così affascinante da non poter essere limitato ai suoi aspetti tecnico-funzionali». E´ per questo che ha dato vita alla Fondazione Targetti per promuovere e sviluppare la cultura della luce, dell´arte e dell´architettura.
«Charles Eams, uno dei padri del design, amava dire che il vero impegno è quello di dare il massimo del meglio al maggior numero di persone a costi minimi», ricorda Sandro Sarfatti, figlio di Riccardo, fondatore di Luceplan. E in fondo è quello che ha sempre cercato di fare l´azienda di famiglia che si è conquistata un posto di riguardo tra i marchi dell´illuminazione made in Italy, anche perché ha operato con un occhio attento al risparmio energetico e alla compatibilità ambientale.
E ancora, Piero Gandini ha ereditato dal padre Sergio la storica Flos, che ha chiuso il 2005 con un fatturato in crescita del 35% e un utile del 12, rispetto all'anno precedente. Un risultato che dà ragione al “giovane” presidente e amministratore delegato che dopo l´acquisizione della spagnola Antares (apparecchi di illuminazione tecnici) ha detto: «Abbandonata ormai la via della sola best practice del design, la nuova sfida di player a tutto tondo nel mercato si presenta promettente».
Estratto da Affari&Finanza del 16/10/06 a cura di Pambianconews