Il solo nome Italia è oggi sinonimo di stile e qualità sul mercato russo della gioielleria, le cui vendite aumentano del 20% all'anno, fino a una stima di 3 miliardi di dollari effettivi per fine 2006. E questo significa il letterale raddoppio rispetto agli 1,5 miliardi di dollari stimati nel 2002.
In realtà il mercato dei gioielli in Russia si suddivide per circa due terzi in quello di massa, ovvero dei pezzi di costo moderato, fino a circa 150-200 euro, e per un terzo (1 miliardo di dollari) in quello di gamma alta e di lusso, dove i prezzi superano mediamente i 2.500 euro. È in questo ultimo segmento che dominano le grandi firme internazionali, da Bulgari a Cartier, anche se vi è un piccolo numero di noti orafi russi.
Dai nuovi ricchi all'emergente classe media, i russi amano tradizionalmente i gioielli e non sempre come bene rifugio. Tre i criteri prioritari di scelta: il design (53%), la qualità (22%) e il prezzo (19%). Il mercato è ancora abbastanza tradizionalista e l'oro rosso a 585 domina le vendite, soprattutto nella fascia media, seguito a distanza dall'oro bianco, dall'argento e poi dall'oro a 750. Tuttavia, l'aumento dei redditi reali (il 9-10% all'anno) sta modificando il mercato e nel giro di un solo anno, dall'inizio 2005 al 2006, l'oro rosso è sceso nelle preferenze dal 65 al 47%, mentre l'oro bianco è salito dal 15 a quasi il 25%, l'argento dall'8,7 al 12,3%, e l'oro a 75o dall'8,7 al 9,6%.
Una tendenza è comunque sicura: stanno aumentando gli acquisti sia dei gioielli di fascia media e medio-alta, sia di quelli a buon mercato, mentre la fascia sui 100-150 euro sta visibilmente calando. Nella prima metà del 2006 l'Italia mantiene il secondo posto, come nel 2005, dopo la Svizzera, e prima di Francia e Turchia, come fornitore di pietre preziose e gioielli in Russia, con il 21% dell'import in questo settore.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 10/10/06 a cura di Pambianconews