La nautica italiana batte la congiuntura economica. Alla stagnazione del Pil nel 2005 il business delle imbarcazioni ha risposto con un balzo del 9% per un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro. Comprendendo l'indotto diretto, il contributo della “float economy” al Prodotto interno lordo ha raggiunto quota 2,8 miliardi di euro.
Positivo anche il dato sull'occupazione del comparto passata dalle 10mila unità del 2000 alle 18mila stimate nel 2006. Se a questo si aggiungono gli addetti che operano in attività correlate (includendo anche il turismo nautico) il numero totale degli impiegati dell'economia del mare supera quota 100mila. Con queste cifre il settore inaugura il 46° Salone Nautico Internazionale, in programma a Genova dal 7 al 15 ottobre, dove verranno esposte 2.330 imbarcazioni, il 15% in più rispetto alla passata edizione.
Un ulteriore segnale di salute arriva dalle richieste delle costruzioni italiane dai Paesi esteri. Per quanto riguarda le imbarcazioni per la nautica da diporto, le ultime stime di Ucina, l'Associazione che rappresenta l'industria nautica italiana, indicano che l'Italia vende all'estero oltre il 60% del valore della produzione. Nel dettaglio, dai Paesi dell'Ue proviene il 41% della domanda, il 7% dai Paesi extracomunitari e il 12% dagli Stati Uniti. La produzione è concentrata sulle unità maggiori, con una suddivisione percentuale pari all'82% per entrobordo ed entrofuoribordo, al 6,9% per le unità fuoribordo, al 6,3% per le unità a vela e al 4,6% per le pneumatiche.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 8/10/06 a cura di Pambianconews