Negli anni delle delocalizzazioniverso Est, c'è chi fa il percorso inverso. E viene a fare impresa in Italia. Tra i 300 espositori di White, neoZone e Cloudnine, le fiere di abbigliamento e accessori organizzate da Pitti Immagine che si sono chiuse ieri a Milano, il tasso di creatività e di innovazione non sta solo nel design. È parte delle storie dei marchi, e delle persone che li hanno creati.
Julia Voitenko e Daria Golevko, entrambe 25enni, sono arrivate in Italia 4 anni fa. Si sono conosciute a Mosca, tra i banchi dell'Università di design. «Dopo vari stage non retribuiti in Campania e nelle Marche, racconta Julia, ci siamo stufate di aspettare. E abbiamo creato una nostra linea di scarpe». L'azienda si chiama Judari, miscela dei nomi Julia e Daria. Per produrre le scarpe hanno scelto una fabbrica di Porto Sant'Elpidio, nelle Marche. L'investimento iniziale è stato di 50mila euro. «Per le piccole aziende la produzione in Italia è una scelta obbligata, spiega Daria, solo qui c'è il patrimonio di conoscenze adatto per fare scarpe di alto livello». «Nel 2005 abbiamo fatturato 100mila euro. Quest'anno il giro d'affari triplicherà», assicura Julia.
Diana Broussard, stilista statunitense, per anni ha disegnato le scarpe di Christian Dior, Calvin Klein e Gucci. Nel 2003, ha capito che «c'era spazio nel mercato per uno stile più cool». Colori primari, scarpe dal design pulito, con prezzi compresi tra 350 e i 200 euro. Diana ha scelto Montevarchi e Rufina, in Toscana, per la produzione. Ha conosciuto le fabbriche del Made in Italy quando era designer di Gucci. «Per il lusso non c'è niente di meglio che l'Italia», afferma. Un lusso esportato: il 75% delle vendite va negli Usa.
L'inglese Elena Meyer, stilista quotata che ha lavorato per le grandi multinazionali del lusso, ha conosciuto l'Italia attraverso le parole entusiaste di Daniele Dei, titolare di «Works», un'azienda di moda che produce e distribuisce accessori. Durante una fiera, Dei propone alla stilista un progetto comune. E lei si innamora del progetto e dell'Italia. Il frutto è la prima collezione delle borse Elena Meyer, presentata a Cloudnine.
Forte Forte è la creatura di Giada, 33 anni, e Paolo Forte, 40. Nel 2003 comprarono qualche decina di magliette. L'azienda è nata a Zané (Vicenza), con 4mila euro investimenti. Dai 2,1 milioni di euro del 2005, si è passati a 3,2 milioni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 2/10/06 a cura di Pambianconews