Letti, divani, librerie, poltrone, sedute. Tutti disegnati dai migliori creativi con un'estrema cura dei particolari, dei materiali della qualità. È passato quasi un secolo dalla nascita della Ditta fratelli Galimberti, come azienda artigiana negli anni Venti del ventesimo secolo. Nel frattempo è diventata una realtà con oltre 100 dipendenti e ha cambiato nome in Flexform. Nel corso della sua vita l'azienda ha mantenuto e anzi arricchito la relazione «fra produzione e design, stimolando l'interazione creativa con generazioni consecutive di designers: da Cini Boeri a Joe Colombo, da Sergio Asti a Rodolfo Bonetto». Fino a Citterio, «responsabile di buona parte della storia recente di Flexform».
La crescita è arrivata, specie nel settore dell'imbottito e nelle sedute in genere, ha portato a esportare praticamente in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, ma la produzione è rimasta a Meda, nel milanese, centro noto per la sua realizzazione di mobili di alta qualità. "Crediamo nel lavoro degli italiani dicono in Flexform, e non pensiamo di spostarci: qui conosciamo i fornitori, troviamo l'esperienza e le competenze che ci servono".
"Lo sforzo maggiore adesso, spiegano in azienda, è rivolto all'estero, dove ci sono più margini di crescita". Fiere e manifestazionì che significano spese e investimenti per Flexform e in cui forse "ci vorrebbe un sostegno delle istituzioni". Sui mercati mondiali, comunque, conta ancora molto il made in Italy e molti clienti non si accontentano delle imitazioni. "La concorrenza fa paura, ma noi, dicono in Flexform, dobbiamo rispondere con le nostre armi: creare nuovi prodotti, creare design e sostenere il marchio. Competere sulla qualità, non sui prezzi».
Estratto da Finanza&Mercati del 12/09/06 a cura di Pambianconews