È partita in ritardo la corsa per recuperare il tempo perduto, ma ora il distretto della sedia sembra determinato a superare la crisi iniziata quattro anni fa. Questo triangolo di paesi (Corno di Rosazzo, Manzano e San Giovanni al Natisone) resta ancora leader italiano nella produzione di sedie con l'80% e può sempre vantare il 30% della produzione mondiale. Dal 2000 però è iniziata una profonda crisi, che nel 2005 ha visto calare le esportazioni del 10% rispetto all'anno precedente e gli addetti del 4,3%. In cinque anni le imprese, allora un migliaio, si sono ridotte del 13%.
Sulle cause della crisi concordano tutti, imprenditori grandi e piccoli. «Nel 2000 abbiamo fatto l'errore di pensare che si trattasse di una crisi congiunturale, dovuta alla contrazione dei consumi su scala internazionale più che dalla crescente concorrenza dei produttori a basso costo dei mercati asiatici», ammette Franco Di Fonzo, piccolo imprenditore a capo di un'azienda con 35 dipendenti e un fatturato di 10 milioni di euro.
In realtà le radici erano più profonde: mancanza di una rete distributiva propria, prodotti a scarso contenuto innovativo, insufficiente aggregazione tra aziende di piccole dimensioni, scarsa attenzione al mercato, difficoltà a sganciarsi dalla produzione di sedie in legno. Questi i fattori individuati da Alessandro Calligaris, presidente della più importante realtà industriale del Triangolo della sedia. Un'impresa, la Calligaris, che è riuscita ad evitare la crisi individuando nuove strategie già dieci anni fa. «Abbiamo innanzi tutto delocalizzato in Croazia, nostro principale fornitore della materia prima, la fase iniziale della lavorazione. Il secondo passo è stato creare una rete diretta di vendita con fliliali nei principali mercati». Terzo passo della trasformazione della Calligaris, un massiccio impiego del design, il crescente utilizzo di materiali alternativi al legno quali plastica o metallo e quindi l'ampliamento della gamma produttiva che oggi comprende anche letti e divani.
Strategie di cambiamento che negli ultimi dieci anni hanno consentito una crescita annua media del 9% (lo scorso anno il fatturato è stato di 150 milioni di euro).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/09/06 a cura di Pambianconews