I segnali positivi duravano da qualche mese, ma il dato di maggio è qualcosa di più: il fatturato dell'industria della moda è cresciuto del 12% rispetto allo stesso mese del 2005, spiega Mario Boselli, presidente della Camera della moda. Direi che possiamo finalmente parlare di ripresa».
I dati riguardano più settori (tessile, vestiario, pelle, pelletteria e calzature) e permettono di fare una previsione per l'intero 2006: «Il 2005 si era chiuso con un fatturato complessivo di 63,754 miliardi, prosegue Boselli, in calo del 3,5% rispetto al 2004. I dati di giugno arriveranno verso fìne agosto, ma credo che l'ottimismo a questo punto sia giustificato e penso che nel 2006 i ricavi dell'industria della moda potrebbero superare 65,5 miliardi, con una crescita del 3%.
«Particolarmente confortante è l'omogeneità della crescita, afferma il presidente della Camera della moda. Sono andati bene sia i settori a valle delle filiere del tessile e della pelle, cioè calzature, pelletteria e abbigliamento (+10,2%), sia quelli a monte (+13,9%)».
Resta negativa, invece, la dinamica della produzione realizzata in Italia. La delocalizzazione prosegue, non è un processo reversibile, conclude Boselli. Quello che sta cambiando è la scelta dei Paesi: mentre le imprese francesi hanno scelto soprattutto il Nord Africa, quelle italiane delocalizzano sempre più spesso nell'Est Europa. In questo modo si va rafforzando il grande mercato paneuromediterraneo che può essere una forte risposta alla concorrenza asiatica».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/07/06 a cura di Pambianconews