Le aree sistema trainano il made in Italy sui mercati esteri. Nei primi tre mesi dell'anno l'export dei distretti industriali ha infatti avuto un'impennata dell'8,5%, rispetto allo stesso periodo del 2005. Tra i settori in ripresa troviamo la moda, l'abbigliamento e i beni di consumo per la casa e la persona. Il recupero è però a macchia di leopardo. Un segnale che non sempre il modello distrettuale risulta vincente a tutti i costi. Tra le realtà ancora in difficoltà, infatti, ci sono i conciatori di Solofra e il tessile.
Nei beni di consumo del sistema moda (abbigliamento e calzature) le imprese italiane hanno messo in atto negli anni '90 una forte delocalizzazione delle attività labour intensive. Ma gli analisti di Banca Intesa sottolineano anche come negli ultimi anni gli imprenditori siano stati capaci di rafforzare le loro competenze (assumendo dirigenti e tecnici) e al tempo stesso abbiano cercato ulteriori recuperi di efficienza attraverso lo snellimento delle funzioni amministrative svolte dagli impiegati. Da qui un rafforzamento sul piano competitivo che fa ben sperare per il futuro.
La vitalità dei distretti emerge anche dal tentativo di riposizionare la propria offerta sui mercati con maggiori potenzialità, in particolare in Cina, Paese diventato il terzo importatore mondiale. Molti distretti conciari si sono ad esempio affacciati in Asia nel tentativo di spostare una quota crescente dell'export verso Pechino (diventato il principale mercato di sbocco del comparto) che ha aumentato l'utilizzo del pellame per alimentare il processo produttivo delle imprese specializzate nelle calzature in cuoio e nei mobili imbottiti.
Su una buona strada risultano anche i distretti tessili di Biella e Prato che seguono anch'essi gli sviluppi dei settori a valle della loro filiera e le aree sistema della meccanica strumentale. In prospettiva le strategie messe in campo dalle imprese dei distretti saranno cruciali per consolidare gli spunti di ripresa finora emersi. Secondo Banca Intesa il recupero produttivo sarà più intenso nelle produzioni attivate dagli investimenti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/07/06 a cura di Pambianconews