Ancora una volta è il calendario delle sfilate a creare malumore tra i buyer italiani e internazionali a Milano Moda Uomo: a suscitare le critiche non è tanto la concentrazione della kermesse in quattro giorni, quanto i continui spostamenti delle varie presentazioni. È innegabile il fatto che tutta questa confusione penalizza l'immagine del capoluogo lombardo e della moda, oltre a evidenziare una mancanza di spirito di corpo di molti stilisti, un atteggiamento opposto a quello dimostrato dai designer francesi.
“La soluzione migliore sarebbe fare iniziare Milano Moda Uomo la domenica nel tardo pomeriggio, suggerisce Michele Giglio, titolare dei multimarca Giglio a Palermo, per dare modo a chi è stato a Pitti o a chi, viceversa, ha lavorato il sabato in negozio, di riposarsi. Ed è indispensabile ripristinare la giornata di giovedì”.
Certo è che discutere del calendario sposta l'attenzione da altri problemi più seri, in primis quello dei prezzi. Del caro euro si è parlato a lungo: adesso l'argomento è meno in “prima pagina”, ma non vuole dire che sia stato risolto. “Acquistare nella moneta unica penalizza, eccome, sottoline David Hong, presidente di The Swank Shop ad Hong Kong. Anche perché i consumatori possono chiudere un occhio nei confronti dei brand del lusso particolarmente appetibili, ma non per tutti gli altri”. “Alcune aziende, conclude Hong, si stanno però rendendo conto che devono contribuire a contenere i prezzi”.
Estratto da Fashionmagazine.it del 27/06/06 a cura di Pambianconews