Una politica commerciale meno frammentata, in termini di Paesi, di settori e di modalità di promozione. Un grande sforzo di coordinamento per evitare duplicazioni e perché i vari enti o le istituzioni che si occupano di promuovere all'estero il made in Italy abbiano la stessa focalizzazione. Una collaborazione stretta con il ministero delle Attività produttive. E tre priorità chiare: la scelta dei Paesi su cui puntare, il modo in cui realizzare eventi di promozione che non si esauriscano in se stessi ma lascino un segno duraturo e infine trovare modalità di promozione diverse da mostre o fiere. Un esempio potrebbe essere la casa Italia realizzata a Mosca dall'Anci, l'associazione delle imprese calzaturiere.
Sono queste in sintesi le linee guida per la promozione all'estero illustrate ieri da Emma Bonino, ministro del Commercio internazionale e per le Politiche europee, all'inaugurazione della 70esima edizione di Pitti Uomo a Firenze. Una strategia che in gran parte accoglie le richieste degli stessi imprenditori. «La grande frammentazione delle attività promozionali porta disorientamento e confusione, disperde energie e risorse», aveva detto Alfredo Canessa, presidente di Centro moda. E Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, aveva aggiunto: «Chiediamo anche al Governo un lavoro di sistema, per sfruttare tutte le forze e l'unicità dell'Italia, che vuol dire anche cultura, e per fare operazioni che rimangano nel tempo».
Più difficile muoversi sul terreno dell'etichetta di origine obbligatoria per i prodotti importati nella Ue, il cosiddetto Made In. «Ci metterò tutta l'energia possibile, ha detto Emma Bonino, ma la strada è in salita e, come sempre, il negoziato non si fa su un solo settore».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/06/06 a cura di Pambianconews