I marchi della moda maschile, classica e sportiva, presenti sulla stampa italiana stanno segmentandosi sempre di più. E se l'abbigliamento sportivo si impone come leader, trainando anche i budget, l'abbigliamento classico subisce decisi tagli. Lo dimostrano i dati relativi agli investimenti pubblicitari per il segmento abbigliamento uomo (classico) dei primi cinque mesi del 2006 contro il corrispondente periodo del 2005 analizzati da Pambianco Strategie di Impresa: nell'anno in corso, le spese pubblicitarie stampa a valori netti (cioè, con un abbattimento del 75% dei prezzi di listino ritenuto verosimile) è stato pari a 9,8 milioni di euro (per 128 marchi), contro gli 11,2 milioni registrati a maggio 2005 (per 165 marchi), dunque con un calo del 12,6%.
Considerando solo i marchi omogenei (80), gli investimenti sono calati del 13,3%, passando da 8,8 milioni a 7,64 milioni. Numero uno è Pal Zileri con un investimento di 589 mila euro, pari al 6% del totale settore, seguito da Canali con 584 mila e da Giorgio Armani con 381 mila euro (3,6% di share). Straordinaria la capacità di comunicazione e l'interesse della stampa per Gucci, che a fronte di investimenti per 53 mila euro ha ottenuto riscontri stampa sulle proprie collezioni per un valore che Pambianco calcola in 289 mila euro.
Decisamente più florida la situazione nell'area abbigliamento sportivo, dove Lacoste guida la classifica con una spesa pubblicitaria di 1,5 milioni (+58,9%, a dimostrazione del rinnovato slancio strategico della società), seguita da Seventy con 988 mila euro (+32,3%) e da Peuterey, sostanzialmente stabile a 950 mila. Numero uno per percentuale di incremento, però, è Belstaff, il marchio della famiglia Malenotti che, con 693 mila euro di spesa, porta a +283,7% la propria pressione pubblicitaria.
(Nella foto in home page Gianfranco Barizza Titolare di Pal Zileri).
Estratto da MFFashion del 21/06/06 a cura di Pambianconews