In un mercato del tessile che perde colpi, Larusmiani guadagna terreno: il bilancio 2005 ha chiuso con un fatturato di 20 milioni di euro, facendo segnare una crescita del 5,45% rispetto all'anno prima. A contribuire a questa bella performance è stato per la maggior parte proprio il settore tessile. L'abbigliamento, infatti, è solo agli inizi della sua corsa.
Alla base di questa crescita c'è la scelta strategica di specializzarsi per diventare i numeri uno nella propria nicchia. «Noi crediamo che lo specializzarsi su categorie di prodotto specifiche, dice in proposito Guglielmo Miani, amministratore delegato e rappresentante della terza generazione in azienda, a lungo termine sia premiante: oggi esportiamo il 60% della nostra produzione e abbiamo raggiunto la leadership di mercato nei tessuti di cotone alti di gamma, con oltre due milioni di metri prodotti e distribuiti ogni anno nel mondo. E se prima i nostri mercati di riferimento erano Europa, Usa e Giappone, oggi siamo entrati in Cina e Turchia dove iniziano a cercare prodotti di qualità per potersi diversificare dai concorrenti».
«Abbiamo concluso la campagna vendite P/E 06 con un aumento del 18,5% in valore sugli ordini della stessa stagione 2005. Il portafoglio ordini A/I 06 è al 70% e già segna un +38%. E le previsioni per la P/E 07 ci confermano una crescita della stessa portata. Se non superiore», anticipa Miani.
E adesso, con l'acquisizione della divisione tessuti del marchio Bellora, Larusmiani conta di replicare nel lino di alta gamma, lo stesso successo del cotone. «Per la divisione tessuti, continua l'AD, stiamo rafforzando la catena distributiva, anello debole del settore. Le aziende tessili, infatti, da sole non hanno la forza di aprire uffici diretti in tutto il mondo. Così si affidano a strutture multimandatarie che non sempre hanno uno standing adeguato. In altre parole capita che marchi prestigiosi, di alta gamma come il nostro vengano distribuiti insieme a quelli più di massa». Così Larusmiani, sperimentato il successo del fai-da-te distributivo con l'apertura dell'ufficio di New York che sta dando grandi soddisfazioni, ha deciso di cambiare rotta. «Abbiamo iniziato discorsi di partnership con altre aziende tessili italiane, conclude l'AD, non in concorrenza con noi, ovviamente, ma leader di settore nella lana, nella seta nella stampa e via discorrendo, non solo per trovare insieme sinergie distributive, ma anche per aumentare il controllo sulla catena distributiva».
Estratto da Affari&Finanza del 19/06/06 a cura di Pambianconews