Dopo anni di vita in clandestinità, le taglie comode, come sono state gentilmente definite, rivendicano tutta la visibilità possibile. Nascoste nel retrobottega perché in boutique non vengono esposti abiti oltre la 44, hanno conquistato addirittura un salone: «46…52 plusize», che si terrà a Milano dal 22 al 25 settembre.
È una rivoluzione culturale prima che commerciale, nata dall'imprenditore Francesco Casile che ha organizzato la prima edizione nel suo show room: 13 marchi e 700 visitatori tra italiani e stranieri. Il successo ha attirato l'attenzione di ExpoCts, una delle maggiori organizzazioni fieristiche, che ha acquisito il marchio garantendosi la consulenza di Casile come project manager. «Ha dato la giusta risposta a una domanda sempre più pressante, dice Carlo Bassi, amministratore delegato di ExpoCts. Ora l'intervento della nostra organizzazione farà crescere e renderà internazionale questa rassegna».
Sono i numeri a indicare le potenzialità del mercato. Soltanto in Italia il 58,4% delle consumatrici ha una taglia superiore alla 46 e, su una spesa complessiva di 9,4 miliardi di euro dedicati all'abbigliamento femminile, circa 4,6 riguardano le taglie comode. Le cui esponenti, a differenza dell'opinione corrente che le vuole di basso reddito e scarsa istruzione, si collocano nella fascia medio-alta, con potere d'acquisto elevato.
Anche per questo le grandi aziende stanno dedicando la massima attenzione a questa donna. Basti pensare che, da due stagioni, il Gruppo Vestebene Miroglio di Alba presenta, nell'ultima giornata di Milano Collezioni, lo show di Elena Mirò, etichetta che si presenta con questo slogan, «curve à porter». E che, per riuscire a organizzare questa sfilata ha dovuto inventarsi un'agenzia di modelle, Ciao Magre.
Estratto da Affari&Finanza del 19/06/06 a cura di Pambianconews