Essere competitivi in un settore come quello delle scarpe da calcio e dell'abbigliamento sportivo in genere è davvero difficile. Per avere un'idea, basti pensare che Adidas e Nike da sole controllano il 68% del mercato mondiale (34% a testa), seguono Puma con l'8% e Umbro con il 6,7%. Il rimanente 17,3% se lo spartisce una costellazione di piccole e medie realtà che riescono a resistere sul mercato malgrado una concorrenza così serrata.
Un'ottima «strategia di resistenza» è quella adottata da Errea Sport, un'azienda della provincia di Parma che per differenziarsi sul mercato si rivolge quasi esclusivamente alle squadre di calcio (soprattutto quelle dilettantistiche) a cui viene proposta una fornitura completa: dalle scarpe alla tuta. «Siamo l'unica azienda in Europa, spiega Luca Carra, responsabile marketing di Errea, in grado di personalizzare tutta la linea sportiva per una squadra: una società può scegliere i colori e disegnarsi da sola maglie e divise, noi le realizziamo».
Attualmente l'azienda ha 200 dipendenti e 30 milioni di fatturato ma anche un avversario che fa davvero paura a tutti: il gigante cinese. «E' ormai chiaro, continua Carra, che l'ondata di prodotti cinesi si può arginare solo grazie alla qualità del prodotto ma non è tutto. Nel nostro settore, per esempio, puntiamo molto anche sul servizio: se le squadre di calcio che si rivolgono a noi non vogliono rifare tutto il loro completo, possono chiederci delle integrazioni o aggiunte anche di singoli prodotti o indumenti. E si tratta di un risparmio, soprattutto le squadre dilettantistiche, non indifferente».
Estratto da CorrierEconomia del 12/06/06 a cura di Pambianconews