Andare in Cina? «Non c'è niente di più facile». Scherza, ma non troppo, Silvano Lattanzi, calzolaio marchigiano che più di lusso non si può. Gestisce una rampante Pmi da 4 milioni di euro con atelier a Roma, Milano, New York, Boston, Dallas, Philadelphia, Los Angeles, Tokyo. E dal 28 di gennaio anche ad Hangzhou, la Portofino del Celeste Impero, come la chiama lui. Ci è arrivato senza assoldare consulenti per sapere quale città cinese era la migliore per cominciare, senza dover firmare una joint venture con un'azienda locale. Semplicemente, sfruttando i canali che già ci sono e che gli altri imprenditori italiani, a suo dire non sanno usare abbastanza.
«La Fondazione Italia Cina ha voluto creare un polo del lusso made in Italy chiamato Eurostreet ad Hanghzou e mi ha chiamato. lo ho detto sì, racconta, e non ho fatto altro che inagurare il negozio». Risultato: non solo sono già 25 giorni che vende almeno un paio di scarpe al dì, non male, per gioielli da piedi che costano 8.500 renmimbi, circa 820 euro, ma il mondo dei ricchi cinesi lo ha già notato. Tanto che i proprietari del lussuosissimo Richgate di Shanghai alle sue scarpe hanno offerto un posto d'onore: «Si tratta di un palazzo per ricchi veri, racconta, dove i marmi sono brasiliani e il quadro all'ingresso vale 3 milioni di euro. E hanno voluto dare uno spazio vendita proprio a me».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/06/06 a cura di Pambianconews