Il settore orafo italiano è rappresentato prevalentemente da cinque aree distrettualizzate (Vicenza, Arezzo, Valenza Po, Napoli, Milano) caratterizzate da una consistente presenza di aziende sub-fornitrici, che si distinguono a loro volta per un livello avanzato quanto a processistica dei metalli, preparazione dei semilavorati, design, trasferimento tecnologico e in generale a tutti i livelli della filiera.
Secondo gli ultimi dati delI'Istat, ben il 62,9% delle imprese operanti nel settore è collocato nei cinque distretti che danno lavoro all'82,9% del totale degli addetti complessivi impegnati nel comparto. E il distretto orafo di Vicenza è il capofila fra quelli italiani, con numeri decisamente importanti. I dati pubblicati a fine 2005 dalla Camera di commercio di Vicenza parlano di una localizzazione nell'areea vicentina intorno al 10% sul totale delle aziende orafe italiane.
Si tratta comunque di un settore fortemente artigianale e per questo motivo i dati nascondono una realtà ben più brillante. In Italia, infatti, a fine 2004 erano presenti circa 13 mila aziende impegnate nel settore, di cui 1.200 a Vicenza. Una percentuale relativamente bassa (9,2%) se non si prendono in considerazione le dimensioni delle aziende in questione. Infatti, se si isola il dato relativo alle imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 99 unità, si scopre che nel distretto di Vicenza erano presenti 17 delle 39 imprese italiane (43,6%). Discorso simile per 19 aziende italiane con più di 100 addetti, di cui sette inserite sempre nell'area veneta (36,8%).
Il settore orafo, particolarmente provato dalla crisi di inizio Millennio, ha mostrato alcuni segnali di ripresa sul finire del 2005. In comparazione trimestrale (terzo trimetre 2004 su terzo trimestre 2005) la produzione è cresciuta del 14,8% la domanda interna del 50,6%, la domanda estera dell'8,9% e il fatturato del 36,6%. L'incidenza dell'export sul fatturato si mantiene a un buon livello (70,2%), così come la percentuale di utilizzazione degli impianti che si è attestata sul 69,6%. Numeri che fanno ben sperare per il futuro del comparto vicentino.
Estratto da Finanza&Mercati del 30/05/06 a cura di Pambianconews