Mille e cinquecento telai Mythos venduti in un colpo solo, per un valore complessivo che supera i 100 milioni di euro (pari, cioè, al fatturato annuale di una media impresa italiana). Ma non è tanto il valore dell'accordo raggiunto la scorsa settimana dalla bergamasca Itema con lo Jiangsu Hengli Chemical Fibre Co. Ltb, tra i principali gruppi cinesi, e con un consorzio di altre 11 imprese private cinesi, a rendere ottimista l'imprenditore Miro Radici. Quanto il fatto di aver battuto, per la prima volta, Toyota.
«La zona di Wujiang è sempre stata appannaggio della concorrenza giapponese, dice Miro Radici, che guida Itema, principale gruppo meccanotessile a livello mondiale. Infatti, fino a oggi a noi veniva riconosciuto il predominio nella parte meccanica, mentre i giapponesi vincevano sull'elettronica».
Ora, però, qualcosa è cambiato. «Attraverso lo studio e la ricerca di questi ultimi due anni abbiamo messo a punto una macchina meccatronica (che unisce, cioè, meccanica ed elettronica), che ci ha permesso di sfondare e che ci apre le porte a un continente immenso come la Cina. Non voglio dire che replicheremo in tutte le regioni cinesi l'accordo fatto nella zona di Wujiang, ma certo ci fa ben sperare».
Itema è un gruppo con sede a Bergamo, nel 2005 ha fatturato 605 milioni di euro e impiega 2.700 dipendenti. Controlla le società Savio (roccatrici), Promatech e Sultex (macchine tessili), First (accessori) ed Eutron (elettronica). E adesso si appresta a fare il suo sbarco in Borsa. «Sia chiaro, siamo sempre stati in utile, ma non guadagnavamo quanto avremmo voluto, dice Radici. Ora però la situazione è migliorata ed è venuto il momento di ritornare ad affrontare questo tema. Ne abbiamo parlato all'ultima riunione del consiglio di amministrazione, la scorsa settimana, e abbiamo deciso di riprendere il cammino a partire da luglio».
Estratto da CorrierEconomia del 22/05/06 a cura di Pambianconews