C'è chi invece di andare in Cina apre uno stabilimento in Puglia. E, in tempi di faide familiari, riesce a gestire l'azienda senza attriti con 13 parenti tra gli azionisti. Ma Silvio Albini, al timone insieme ai fratelli Stefano e Andrea e al cugino Fabio del cotonificio Albini di Bergamo, il maggior produttore di tessuti per camiceria in Europa, la strategia di business l'ha chiara da cinque generazioni: andare tutti d'accordo per il bene dell'azienda, avere un buon cash flow (quello di Albini è circa il 10% del fatturato) e investire sempre in nuove tecnologie, in media fra il 5 e l'8% dei ricavi ogni anno.
La società (152 milioni di euro di fatturato e 1.300 addetti), partita nel 1876 con il primo impianto di Albino, conta oggi otto stabilimenti. I clienti spaziano dai camiciai napoletani a quelli londinesi di Jermyn street, da aziende classiche come la Kiton e la Brooks Brothers a colossi del calibro di Banana Republic e Inditex, che da Albini compra i tessuti per il marchio Massimo Dutti.
Albini prevede di investire 16 milioni di euro nello stabilimento pugliese di Mottole. «Una scelta qualitativa ma soprattutto strategica» spiega. «Per accontentare la grande distribuzione e i sarti dei vip, i costi devono essere flessibili» .
Estratto da Panorama del 19/05/06 a cura di Pambianconews