Il mercato della moda è spaccato in due. Come il consumo tende a polarizzarsi così anche i marchi e le griffe si posizionano nei due poli opposti. Le aziende devono scegliere se fare prodotti per un vasto pubblico oppure per una ristretta élite. Ad abbracciare questa seconda strada è la nuova Versace fortemente intenzionata a scalare in tempi brevi le vette del lusso, con l'obiettivo di posizionarsi al top della piramide. Giancarlo Di Risio (nella foto), l'amministratore delegato del marchio, riportare Versace agli antichi fasti ha fatto la sua missione. Una vocazione al lusso, quella del marchio con la medusa che nell'ultimo decennio, dopo la morte di Gianni, si era andato spegnendo. Di Risio questo dna l'ha ribadito anche nei giorni scorsi quando ha ufficializzato gli ultimi dati di bilancio della maison che la vedono fuori da quello che è stato il suo periodo più critico, con il debito azzerato e con il ritorno all´utile che potrebbe essere raggiunto già da fine 2006, in netto anticipo rispetto agli obiettivi precedenti che erano per il 2007. «Nell'arco di due anni l'azienda ha completato il ciclo di turnaround, commenta il manager, Abbiamo fatto tutto con molta velocità, soprattutto se si pensa che ci sono marchi che dopo sei o sette anni non ritornano ancora all'utile».
Al fine di perseguire la sua strategia Versace ha sacrificato una serie di seconde linee e varie licenze. Unica eccezione: la linea sportiva che per adesso rimane nelle mani del licenziatario Ittierre, ma che in un secondo momento potrebbero essere riportata a casa. Versace per riposizionarsi a livello di lusso è stata disposta a perdere una fetta di fatturato (passato dai 320 milioni del 2004 ai 307 dell'anno scorso).
Il riposizionamento del nuovo Versace è su tutti i fronti: prodotto, comunicazione, negozi, alberghi e la collezione per la casa. «Noi seguiamo la nostra vocazione, quella dell'eccellenza, sia che si tratti di vestiti che di jet o alberghi, conclude l'AD.
Estratto da Affari&Finanza del 8/05/06 a cura di Pambianconews