Prada, società guidata da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, ha chiuso il 2005 con risultati incoraggianti: i ricavi di Prada spa (ovvero dei marchi gestiti direttamente dal gruppo cioè Prada, Miu Miu, Azzedine Alaia e Car Shoe) sono cresciuti del 10% a 1,3 miliardi (dagli 1,2 dello stesso periodo 2004). Ma se la crescita delle vendite è stata significativa, i margini hanno fatto anche meglio: il mol è cresciuto del 20% oltre quota 200 milioni (circa 160 nel 2004) e l'ebit addirittura del 30%.
Alla luce dei positivi risultati, Banca Intesa e un pool di importanti fondi equity starebbero per fare il loro ingresso nel capitale della maison. L'operazione, che potrebbe essere perfezionata già a cavallo di giugno, verrebbe realizzata attraverso un aumento di capitale riservato all'istituto guidato da Corrado Passera. L'entità della partecipazione? Probabilmente il 5% del capitale facendo da battistrada ai fondi equity che da tempo guardano con interesse al polo del lusso. La valutazione si aggira attorno a 300 milioni, offrendo così all'intero gruppo una stima implicita di circa 6 miliardi. In tal modo Bertelli intende finanziare lo sviluppo rendendo a un tempo meno pesante la situazione finanziaria.
Ora che la società ha dismesso gli asset non strategici, e in particolare i marchi Jill Sander e Helmut Lange che fino allo scorso anno bruciavano cassa, deve infatti rimettere mano alla questione Church's. Entro la primavera del 2007, dato che non si sono realizzate le condizioni per una Ipo del gruppo, Prada dovrebbe infatti ricomprare il 55% di Church's che nell'aprile 2003 era stato ceduto al fondo Equinox guidato da Salvatore Mancuso. Oltre a questo investimento, che pare ormai certo (si tratterebbe di circa di 100 milioni), Prada potrà finanziare anche numerose nuove aperture all'estero. Magari ricorrendo, in virtù dell'accresciuta patrimonializzazione, a nuove linee di credito.
Con questi presupposti e anche per effetto all'ingresso dei nuovi partner, Bertelli sta meditando di riprendere in mano il progetto Borsa che però non potrebbe trovare attuazione prima del 2008. Solo allora, infatti, i numeri e l'organizzazione del gruppo saranno tali da consentire un'adeguata valorizzazione dei marchi. In ogni caso, dal punto di vista industriale anche il 2006 è partito sotto buoni auspici: gli ordini per la collezione autunno-inverno registrano un incremento del 12% rispetto al 2005.
Estratto da Finanza&Mercati del 6/05/06 a cura di Pambianconews