Tutto iniziò nel 1984, quando Safilo firmò un accordo per produrre in licenza occhiali griffati Ferrè. L'azienda, fondata nel 1934 da Guglielmo Tabacchi, fu la prima a intuire che il futuro dell'occhialeria italiana di alta gamma sarebbero state le partnership con i grandi nome della moda e del lusso, made in Italy e non solo. A distanza di poco più di vent'anni, non esiste marchio che non abbia la sua linea di occhiali, da Armani a Chanel, da Guccì a Yves Saint Laurent. Non sono le case di moda a produrli, ma aziende specializzate. E a contendersi il mercato mondiale sono in cinque, tutte italiane, nate e cresciute nel Nord Est: la più grande è Luxottica, seguita da Safilo, De Rigo, Marcolin e Allison.
«Gli stilisti non hanno il know how per produrre né tanto meno distribuire gli occhiali spiega Carlo Pambianco, presidente dell'omonima società di consulenza e ricerca sul mondo della moda e del lusso. Se i più famosi e grandi tra loro, Giorgio Armani in Italia o Chanel in Francia, decidessero di produrre internamente, non avrebbero massa critica per vendere sul mercato: quello degli occhiali è strutturato in modo completamente diverso da quello dell'abbigliamento e degli accessori e per i produttori esistono enormi barriere all'entrata. Per questo si ricorre alla licenza, spiega Pambianco. L'azienda produttrice fa una previsione di fatturato, poi si decide la percentuale di royalties che verrà data allo stilista, di solito poco meno del 10%. Se si tratta di un grande nome, si può stabilire una cifra minima di royalties garantite, scommettendo sulle vendite future, da liquidare in genere a fine esercizio. Ma la percentuale dello stilista può essere anticipata: è quello che ha fatto Luxottica con Ralph Lauren, riuscendo a strappare la licenza Polo a Safilo».
Il 27 febbraio Luxottica ha annunciato la firma di una licenza decennale, a livello mondiale, con la griffe americana Ralph Lauren. Il contratto sarà operativo dal primo gennaio 2007, dovrebbe portare a Luxottica un fatturato di circa 1,75 miliardi di dollari e prevede il pagamento anticipato delle royalties che matureranno nel corso della durata dell'accordo, pari a 199 milioni di dollari. Per Safilo gli occhiali Polo Ralph Lauren rappresentavano il 10% del fatturato (1.025 milioni di euro nel 2005) ed è quindi subito partita la “caccia” ad altre licenze: il 12 aprile è stato firmato un contratto con Max Mara che durerà fino al 2013 e nei mesi precedenti erano state rinnovate le licenze di Yves Saint Laurent (fino al 2010) e Hugo Boss (2013).
Per Marcolin l'ultimo “colpo di mercato” è stato Tom Ford: all'annuncio dell'accordo (13 aprile 2005), il titolo Marcolin fu sospeso al rialzo, segno che gli operatori già valutavano l'enorme impatto che gli occhiali firmati dallo stilista texano avrebbero potuto avere sul fatturato di Marcolin. Quanto a Ferrè, la licenza è passata nel 2002 ad Allison, gruppo che ha in portafoglio anche Míssoni e marchi destinati a un mercato giovane, come Bikkembergs e John Richmond.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/05/06 a cura di Pambianconews