Sono stai inaugurati i primi otto padiglioni della nuova Fiera di Roma. Marco Sogàro, amministratore delegato di Fieraroma Srl dallo scorso settembre, per il nuovo polo romano ha lasciato la direzione generale di quello milanese. A convincerlo è stata la sfida. «Roma ha un grande potenziale inespresso e merita una Fiera all'altezza di una capitale» afferma. «È un progetto inseguito da anni e l'unità d'intenti dimostrata da tutti i soggetti coinvolti è una garanzia della sua fattibilità».
«Nel primo anno vogliamo arrivare a 40 manifestazioni» spiega Sogàro. E specifica di voler mettere a punto «un mix equilibrato», con metà delle fiere a cura di organizzazioni esterne e l'altra metà predisposte in proprio, meglio se «in partnership con altri operatori, italiani e internazionali».
Nel frattempo, la Fiera sta costruendo la rete di vendita all'estero. Dopo la francese Novalis, che la rappresenterà in Germania, Francia, Belgio, Spagna e Usa, punta a uffici in Gran Bretagna, Turchia, Egitto e Marocco, poi in Israele e Algeria.
Gli obiettivi sono audaci: raddoppio dei metri quadrati il primo anno, 700 mila metri quadrati e 100 milioni di fatturato nei prossimi cinque o sei. Ma la sfida sarà dura. Prima ancora di aprire, Roma ha messo in allarme le altre piazze italiane. «Si parla molto di risiko delle fiere» dice. «Ma la concorrenza non è tra quartieri, piuttosto sui settori e sui prodotti. Il risiko è sui contenuti più che sui contenitori. E la scommessa è attirare un pubblico sempre più internazionale».
Estratto da Economy del 21/04/06 a cura di Pambianconews