Si è chiuso il Salone del Mobile con un bilancio in positivo: «La fiera si è chiusa con una sorta di euforia collettiva, dice Rosario Messina, presidente di Cosmit, la società che organizza il salone. I visitatori sono cresciuti molto più del previsto e tra gli stand abbiamo tutti sentito serpeggiare ottimismo: penso che ci sia davvero aria di ripresa».
La crescita dei visitatori (220mila in tutto) è stata del 15%, trainata dagli stranieri (+22%). Ma anche tra gli italiani l'aumento è stato notevole (+8%): «Molto del merito va alle aziende, soprattutto quelle italiane, che hanno fatto uno sforzo enorme non solo per proporre tante novità, ma anche per presentarle in modo innovativo. Gli stranieri sono rimasti colpiti dalla bellezza esterna e interna degli stand. La sera prima dell'inaugurazione l'atmosfera era da “prima della Scala”: come se tutti avessimo indossato il costume migliore e sapessimo di avere a disposizione un palcoscenico eccezionale. Nessun'altra struttura fieristica al mondo, spiega Messina, ha un contenuto così intrinseco di architettura e gli stranieri, abituati a capannoni industriali, sono rimasti affascinati».
L'ottimismo degli imprenditori è confermato da Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo: «Le aziende stanno raccogliendo quello che hanno investito in ricerca e innovazione: vanno molto bene i settori del bagno, delle cucine e degli uffici, dove c'è stato uno sforzo di innovazione enorme. Siamo entusiasti del ritorno degli stranieri, ma è il segnale italiano quello che ci fa più felici. Dopo questa settimana così intensa dovremo fermarci e riflettere, ma una cosa è certa: gli ordini sono in aumento ed è tornata la fiducia nel futuro».
Dell'aumento degli stranieri è entusiasta Carlo Molteni, amministratore delegato dell'omonimo gruppo, attivo anche nel settore ufficio, con Unifor, e delle cucine, con Dada: «La crescita degli italiani avrebbe potuto essere maggiore, credo che le elezioni abbiano influito negativamente. Ma il segnale positivo è l'aumento dei visitatori stranieri, che alla fiera di Colonia invece sono calati. Segno che i buyer riconoscono a Milano la leadership dell'innovazione e della qualità».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 11/04/06 a cura di Pambianconews