“La ristrutturazione e la ricerca di nuova competitività è stata pesante, ci abbiamo messo tre anni di lavoro però oggi è passata e guardiamo con fiducia al futuro. Punteremo allo sviluppo anche attraverso aggregazioni e acquisizioni”. E' quanto afferma il presidente di Marzotto Antonio Favrin.
La fiducia poggia sui dati di bilancio 2005. A fronte di ricavi in calo a quota 290 milioni di euro (-4,1 % sul 2004 proforma), l'utile operativo risale a 9 milioni (+14,5%), l'utile netto consolidato è di 8 milioni (contro una perdita di 9,7 milioni !'anno prima). L'indebitamento finanziario netto è ammontato a 110 milioni (erano 121 milioni al 31 dicembre 2004).
E dopo la chiusura dello storico stabilimento di Schio a fine 2005, Marzotto ha annunciato di recente la volontà di trasferire nella Repubblica Ceca parte delle lavorazioni effettuate nella sede centrale di Valdagno. L'esubero stimato consiste in circa 150 lavoratori. Favrin rileva che “la riorganizzazione implicherà per il sito di Valdagno il ruolo di riferimento per ricerca e sviluppo di tutto il gruppo. E' l'ultimo tassello di un piano di ristrutturazione attuato usando tutti gli ammortizzatori possibili per ridurne l'impatto sociale”.
La riorganizzazione del gruppo fondato 170 anni fa dai Marzotto passa attraverso joint-venture (come quella avviata in Cina) e una politica di aggregazioni. Allo stesso modo, la divisione filati lanieri è stata integrata a quella dei gruppo biellese Verzoletto. La cessione di partecipazioni non strategiche ha riguardato anche la cessione dei 22,5% di Zucchi. Resta da capire, a questo proposito, se Linificio e Canapificio Nazionale, di cui Marzotto detiene il 33%, al pari di Zignago, rientri o meno nel core business di Valdagno.
Estratto da Affari&Finanza del 10/04/06 a cura di Pambianconews