Si sono appena conclusi in Svizzera i Saloni internazionali dell'orologeria che, oltre ad essere il più importante appuntamento dell'anno per tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori, rappresentano un punto d'osservazione privilegiato per immaginare quelle che saranno le prossime tendenze dell'industria del tempo. Il mercato si è presentato a questo confronto in forma, dato, il buon andamento generale delle vendite mondiali d'orologeria, con quelle italiane che godono di buona salute.
Secondo le ultime statistiche ufficiali (2005, Fédération de l'Industrie Horologère Suisse) il nostro Paese si colloca al quarto posto al mondo tra gli importatori d'orologeria svizzera, dopo Usa, Giappone e Hong Kong, con un volume d'affari di 842,1 milioni di franchi svizzeri (533 milioni di euro) e un incremento dell'8,4% rispetto all'anno precedente.
La sorpresa più grande è il forte sviluppo del volto femminile dell'orologeria di grande marca, una sorpresa sottolineata dal fatto che l'altra metà del cielo, in orologeria, ha molto spesso dovuto fare i conti, in passato, con creazioni che si limitavano alla miniaturizzazione dei modelli maschili di maggior successo oppure, con la tendenza dell'uso al femminile di veri e propri modelli maschili o, ancora, di quelli proposti dagli stilisti stanche della scarsità d'offerta di quelli loro dedicati dall'industria del tempo d'alta gamma.
Estratto da Affari&Finanza del 10/04/06 a cura di Pambianconews