“Nel 2005 il fatturato è stato di 180 milioni di euro, in linea con quello del 2004”, spiega Guido Damiani, AD della casa di gioielli. “Negli ultimi dieci anni siamo cresciuti molto: il fatturato è passato dai 50 milioni di euro del 1996 ai 180 di oggi. L'utile del 2005 è stato di 14 milioni, in crescita del 28% rispetto al 2004, quando era salito del 50% sul 2003. Quello che ci interessa adesso è avere un fatturato sempre più sano, che significa tempi di pagamento più brevi, riduzione dell'indebitamento e dello stock”.
Ma nel futuro di Damiani c'è dell'altro: «Da anni abbiamo adottato la strategia del multibrand: oltre al nostro marchio di famiglia, il più famoso, abbiamo in portafoglio Salvini, Alfieri St. John e Bliss. Adesso abbiamo acquistato un nome storico della gioielleria milanese, Calderoni 1840, e tutti i suoi disegni e brevetti. Questo ci consente di completare l'offerta con gioielli molto importanti e allo stesso tempo classici. Siamo anche cresciuti ulteriormente in Pomellato, di cui siamo soci dal 2002 con una quota che abbiamo appena portato al 16%, puntando ad aumentarla ancora». .
Parlando del problema della contraffazione Damiani afferma di “combattere ogni giorno sguinzagliando cacciatori professionisti di falsi per le città e impegnando i nostri legali in cause che spesso si concludono con un patteggiamento, visti i tempi della giustizia italiana. La contraffazione esiste ovunque, ma in Italia il problema è più sentito che altrove. Abbiamo i migliori artigiani, ma anche i migliori contraffattori”.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 28/03/06 a cura di Pambianconews