Baldinini combatte la crisi del settore calzaturiero puntando su qualità, lusso, design e una rete distributiva efficiente. La crescita dei ricavi prevista per il 2006 replicherà il 30% del 2005, salendo a una cinquantina di milioni.
«Per noi va a gonfie vele, esordisce Gimmi Baldinini. Al Micam abbiamo aumentato gli ordini del 45%: nel 2005 abbiamo realizzato ricavi per 37 milioni, il 30% in più. E quest'anno faremo anche di più».
Chi punta sul lusso e ha il made in Italy giusto vince?
Non basta. Per esempio, chi ha il prodotto di lusso, made in Italy, e va in Germania perde. Vinci se hai il mercato, se sei bravo e se hai il brand. Altrimenti perdi. Vent'anni fa abbiamo scommesso sul mercato russo e oggi raccogliamo i frutti del nostro lavoro: siamo il numero uno in Russia. L'export costituisce il 90% del fatturato: Russia, Arabia Saudita, Cina e tutto il mondo. La Russia però rappresenta il 60% dell'export.
Non è rischioso concentrare tanto su un solo mercato?
No. I pagamenti sono garantiti al 100% e, del resto, il profilo del consumatore russo è quello nostro: amano calzature di lusso e superlusso. Ripeto, non improvvisiamo nulla: quello che abbiamo è stato costruito in vent'anni e per la Russia ho abbandonato l'America. Oggi non è che uno va in Russia e trova il mercato pronto, non esiste.
Cosa consiglia alle imprese in difficoltà?
Ritengo che insistere sui mercati che non danno niente sia inutile. Bisogna girare pagina e ripartire da zero: il mondo cambia e bisogna adeguarsi. Se uno pensa di andare avanti come ha sempre fatto è la volta che chiude: bisogna fare più prodotti, arricchire il campionario e migliorare lo stile. È necessario schiodarsi dall'Azienda, girare, osservare, confrontare e quando ti presenti devi vincere: ma per fare questo devi avere il marchio e non solo il prodotto.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/03/06 a cura di Pambianconews