In genere, la dimensione aiuta il lusso. In Borsa, invece, sembra che gli investitori non si limitino ad apprezzare un brand appoggiato su spalle robuste ma preferiscano la dinamicità del marchio. Una ricerca realizzata da Pambianco Strategie di Impresa sui 25 principali gruppi della moda, stila la classifica dei big del made in Italy in base ai fatturati registrati nel 2005. Dall'analisi, che mette in luce anche la capacità di crescere dimostrata dai brand, emerge come esista una correlazione spiccata tra l'andamento dei titoli quotati in Borsa e la capacità di crescita. Salvo un paio di eccezioni, chi ha premuto di più sull'acceleratore delle vendite ha registrato le migliori performance in Piazza Affari.
La correlazione diventa ancora più evidente se il confronto viene esteso ai principali gruppi del lusso mondiali considerati dalla ricerca Pambianco. L'analisi dell'azienda di consulenza milanese conferma al primo posto tra i big della moda italiana Luxottica, davanti a Gucci, Benetton, Valentino, Prada e Armani. I due leader della classifica, ossia gli occhiali di Agordo e il marchio della doppia G (oggi nella scuderia dei francesi di Ppr), brillano anche come progressione nelle vendite. Non male se la cava anche Valentino che si avvicina agli United Color di Ponzano Veneto, e stacca al quinto e sesto posto i signori Armani e Prada (fermi a crescite minimali nel 2005). In Borsa, Luxottica e Gucci (la controllante Ppr) hanno tirato la volata ai titoli italiani, rispettivamente con un più 42 e un più 29% sul listino nel 2005. Valentino si è fermato a un guadagno del 2,51%, ma si tratta di una società nata dalla divisione del gruppo precedente (la Marzotto) a metà dello scorso anno: nei primi mesi del 2006, in compenso, il mercato si è svegliato premiando Valentino (che presenterà i risultati dell'ultimo quarto 2005 la prossima settimana) con un più 14% da inizio anno.
Il discorso appare più lineare per i gruppi esteri. Pambianco analizza i sei leader dei gruppi mondiale: Lvmh, Swatch, Tiffany, Hermés, Hugo Boss ed Escada. Per tutti la crescita del 2005 è stata tra il 7,2 e il 12% (tranne Escada, fermo al 3,4%). E per ognuno la performance in Borsa è stata brillante: si va dal più 17% degli orologi di Swatch al più 44% di Hermés. Non va dimenticato che anche un colosso come Lvmh, ormai a un passo dai 14 miliardi di euro di giro d'affari, nello scorso esercizio è riuscito a migliorare del 10% le proprie vendite, venendo premiato in Borsa con un guadagno del 33%.
Pambianco rileva come nel 2005 il fatturato dei 25 gruppi italiani analizzati è cresciuto del 12,4%, quasi raddoppiando il trend di crescita sull'anno precedente. All'estero, i ricavi sono aumentati solo» del 9,5 per cento. Meno che in Italia, dunque. Eppure, i big stranieri guadagnano molto di più, visto che gli utili valgono il 9,4% del giro d'affari. Insomma, c'è maggiore stabilità nella crescita dei ricavi. E c'è maggiore garanzia di redditività. Soprattutto, nella ricerca di Pambianco colpisce un dato: per arrivare a un fatturato complessivo di 25 miliardi, occorre aggregare 25 società italiane (di cui una, peraltro, è francese). Bastano invece sei gruppiinternazionali per accumulare 22 miliardi di ricavi.
Estratto da Finanza&Mercati del 18/03/06 a cura di Pambianconews