Nonostante un quadro congiunturale sfavorevole con un attivo di oltre 3 miliardi di euro il settore calzaturiero rappresenta “una ricchezza per l'economia italiana, e che come tale va tutelata”. Considerazione che rende incomprensibili i ritardi e i contenuti delle recenti scelte di Bruxelles circa la difesa del settore e, in generale, dell'intero apparato manifatturiero. Così Rossano Soldini, presidente dell'Anci, Associazione nazionale calzaturifici italiani, è intervenuto, ieri, alla conferenza di presentazione di Micam Shoevent, salone dedicato alle calzature, di scena da oggi fino a domenica 19 marzo, nel nuovo polo fieristico di Fiera Milano-Rho.
Nei primi 11 mesi 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004, ha spiegato Soldini, l'export del settore calzaturiero è sceso dell'11,5% in quantità e dell'1,7% in valore. “Abbiamo venduto all'estero 231 milioni di paia, oltre 30 milioni in meno rispetto ai livelli già bassi del 2004”. Di contro, ha aggiunto il presidente Anci, l'import, “sospinto dall'ulteriore avanzata cinese, è salito a 307 milioni di paia (+6,1%), cioè oltre 17 milioni in più rispetto all'anno precedente'. Più nel dettaglio, dalla Cina, dopo il +81% del biennio 2002/2003 e il +27% del 2004, nei primi 11 mesi del 2005 le importazioni hanno confermato il +27% (a 153 milioni di paia, già 25 milioni in più sull'intero 2004). E tutto ciò a fronte delle 257 mila paia di scarpe esportate dall'Italia in Cina: ´Un paese con 1,3 miliardi di abitanti, di cui 100 milioni di ricchi dichiarati”. “Conseguenze preoccupanti, ha aggiunto Soldini, si sono avute su occupazione (-8.540 addetti nella filiera della pelle, pari al -4,7% su dicembre 2004) e mortalità aziendale (820 aziende di cui 564 calzaturifici). Malgrado ciò, l'industria calzaturiera italiana, ha sottolineato Soldini, è tutt'altro che decotta: dopo i 3,6 miliardi del 2004, nei primi 11 mesi 2005, il saldo in valore, pur in calo del 13%, è in attivo di oltre 3 miliardi”.
Sul fronte della concorrenza, Soldini ha affrontato i tema del dumping e del concetto di “Made In”. “In tema di made in obbligatorio”, ha ribadito il presidente Anci, “sulle scarpe importate in Europa da paesi extra-Ue, il 16 dicembre scorso è stata approvata la proposta di regolamento che riguarda solo 6 settori, ma prima di arrivare alla sua adozione definitiva i tempi tecnici slittano ancora di settimana in settimana. Il 24 marzo il provvedimento sarà discusso al Consiglio dei ministri europei, dopo due anni di trattative. Quanto ancora dovremo aspettare per una legge che in gran parte del mondo, Cina compresa, esiste da tempo?”. Intanto le imprese si stanno attrezzando e proprio oggi sarà presentato, al Micam Shoevent , il progetto “Identità card-Italia”, una sorta di carta di identità elettronica a difesa delle calzature italiane, realizzata con il contributo della regione Marche.
Riguardo, invece, alla procedura antidumping sulle calzature in pelle da Cina e Vietnam, dopo la proposta della Commissione Ue, giudicata dall'Anci inefficace, c'è molta attesa per l'esito della riunione che si terrà oggi a Bruxelles del Comitato antidumping, durante la quale sarà presa una decisione finale sulle misure: “Ci auguriamo che la Commissione migliori i contenuti della proposta Mandelson, pena l'inefficacia, dopo mesi di lavoro, di tutto il provvedimento”. “Non sarebbe così utopistico”, ha concluso Soldini, “se l'Italia e gli altri paesi coinvolti del Sud Europa per difendere gli interessi nazionali facessero qualcosa, in attesa che Bruxelles diventi più efficiente, matura e seria”.
Estratto da ItaliaOggi del 16/03/06 a cura di Pambianconews