Maurizio D'Angelo, presidente di Trudi, ammette che “i tempi restano da definire nel merito, tuttavia lo sbocco della quotazione rientra nelle opzioni dell´azionista Paladin-Carisma, che fa parte del gruppo Bain. Del resto, dopo due passaggi con fondi di investimento lo scenario della Borsa è un approdo naturale”.
Il piano industriale per i prossimi tre anni prevede una crescita dei ricavi fino a quota 40 milioni di euro. Nel 2005 il fatturato è ammontato a 22 milioni. Quanto alla redditività, il margine operativo lordo era negativo per 2,2 milioni di euro nel 2001, è passato in zona positiva l'anno seguente per 2,8 milioni, salito poi a 4,2 milioni nel 2003 e a 4,5 milioni nel 2004. Nel 2004 il risultato operativo (Ebit) valeva 3 milioni di euro, in linea con le stime sulla pre-chiusura 2005. Il budget 2006 indica un target di 25 milioni quanto ai ricavi e di 4 milioni per l´Ebit. “Abbiamo realizzato un turnaround per il quale abbiamo ricevuto importanti riconoscimenti, primo fra tutti il fatto che un anno fa, quando il socio 21 Investimenti e i fondatori della famiglia Patriarca hanno deciso di cedere la propria quota, avevamo una fila di merchant bank interessate a entrare”.
La strategia è incardinata su quattro perni: nuove linee di prodotto; massima enfasi sull'export; avvio di un programma di licenze e franchising; apertura di una rete di negozi monomarca. Le cifre dicono che le esportazioni valgono il 55% del giro d´affari. Relativamente ai nuovi prodotti, qualche settimana fa è stata sospesa la produzione su licenza dei peluche per conto di Warner Bros. e Disney perché “è necessario concentrarci su strategie più interne al nostro business e più redditizie”. Le licenze rientrano ancora nella prospettiva di Trudi, ma a ruoli invertiti: il marchio è stato affidato a Gabel (biancheria per la casa), Altana (abbigliamento per bambini), Allison (occhiali), Binda (gioielli).
Estratto da Affari&Finanza del 13/03/06 a cura di Pambianconews