In un peridio di crisi generale del settore calzaturiero colossi come Geox e Tod's ottengono comunque ottimi risultati, come dimostra l'andamento positivo delle loro azioni in Borsa. Martedì scorso, ad esempio, Geox capitalizzava in Piazza Affari ben 2,784 miliardi di euro mentre Tod´s vantava un valore di 1,862 miliardi.
I casi Geox e Tod's dimostrano che con strategie appropriate è ancora possibile fare profitti e moltiplicare i fatturati occupandosi di scarpe nel Italia. A patto di investire sul proprio marchio e di controllare la distribuzione.
Geox nel giro di un anno è riuscita ad incrementare i ricavi del 34% passando da 340 a 450 milioni di euro. Lo certifica il bilancio del 2005 chiuso con tutti i parametri in aumento dall´Ebitda a 121 milioni (+39%) all´Ebit (102,9 milioni, in crescita del 42%) all´utile netto che raggiunge i 75,3 milioni con un balzo del 43%. I risultati della stessa Geox sono stati conseguiti in una fascia di mercato medio-alta dove il gruppo deve confrontarsi con la più agguerrita concorrenza internazionale.
Tod's invece, apieno titolo nel mercato del lusso made in Italy, senza stabilimenti all'estero, né delocalizzazioni, ha superato nel 2005 i 503 milioni di ricavi, il 19,6% in più del 2004. Quanto ai risultati finanziari bisognerà aspettare il prossimo 30 marzo. Ad ogni modo la relazione relativa ai primi nove mesi del 2005 mette in luce un utile ante imposte del 19,6%. Un aspetto interessante del modello Tod´s riguarda la crescita costante della vendita di articoli di pelletteria e accessoria che rappresentano il oltre il 22% del fatturato. Stessa musica per l´abbigliamento che pesa per il 15% dei ricavi.
In ogni caso, come dimostra l'accordo con cui Tom Ford affida a Zegna anche la produzione di scarpe di qualità l´Italia resta la patria della calzature di lusso. Di nomi ce ne sono tanti da Ferragamo ai Fratelli Rossetti, da Santoni a Silvano Lattanzi, da A. Testoni a Caovilla.
Estratto da Affari&Finanza del 13/03/06 a cura di Pambianconews