Timberland ha seminato bene nel nostro Paese. Per l'alberello senza foglie che negli anni Ottanta era ai piedi di tutti i «Paninari» e che oggi ha messo radici, l'Italia è il terzo mercato per fatturato dopo America e Gran Bretagna. Con 30 anni di storia alle spalle e una quotazione al Nyse di New York, torna a far parlare di sé con tanti nuovi progetti. «Dopo il boom dei Boots che hanno fatto conoscere il nostro marchio al grande pubblico, abbiamo lavorato molto per ampliare la gamma dei prodotti, spiega Marco Messini, sales manager per l'Italia, Attualmente nel nostro Paese l'abbigliamento (45%) e le calzature (45%) si spartiscono equamente il mercato, a differenza degli altri Stati in cui le scarpe rappresentano ancora il core business. Il restante 10%, invece, è rappresentato dagli accessori, borse in primis, in netta crescita».
Il motivo è facilmente attribuibile alla diversa filosofia distributiva adottata in Italia. «Noi abbiamo privilegiato il sistema dei monomarca, che lasciano spazio a una maggiore offerta. I nostri flagship store a gestione diretta sono arrivati a quota cento, presidiando tutte le principali città italiane, continua Messini. Per il 2006 sono in cantiere venti ristrutturazioni per rinnovare il concept dei punti vendita presenti da più tempo. Oltre a sei nuove aperture: le prime a Sassari, Roma e nella nuovissima Marina di Varazze creata dal gruppo Azimut».
Ma la vera novità, in vendita da fine luglio, sarà la linea Precise feet, più che una collezione di scarpe un nuovo modo di indossarle. «Il sistema Precise feet permetterà al consumatore di personalizzare la calzata, potendo scegliere per ogni piede, all'interno dello stesso numero, tre diverse forme: small, medium e large. Assicurando il massimo comfort». Ma l'iniziativa più attesa per il prossimo inverno è quella legata al packaging. Le nuove scatole Timberland (ne circolano 35 milioni ogni anno) ecologiche e intelligenti. Infatti non solo non useranno collanti e prodotti inquinanti, ma avranno una etichetta informativa molto dettagliata sul prodotto acquistato e addirittura giochi per i più piccoli. Ieri a Wall Street il titolo, a metà seduta, cedeva l'1% a 34,46 dollari.
Estratto da Finanza&Mercati del 9/03/06 a cura di Pambianconews