Secondo Gino Zambaiti, AD del copertificio Zambaiti, la fortuna dell'Azienda “è che siamo una grande famiglia: ogni volta che si pone un problema di successione, possiamo scegliere tra 20-30 persone”.
Il gruppo ha un fatturato di 370 milionidi euro ed è è composto da tre realtà aziendali distinte: copertificio (capi in lana e fibre acriliche), cotonificio (prodotti in cotone e biancheria per la casa) e fabbrica di parati.
Il 2005 è stato un anno importante per il gruppo Zambaiti, contrassegnato dalla joint-venture del cotonificio con Raymond, gruppo tessile indiano, e dall'acquisizione di Imec, marchio storico dell'abbigliamento intimo italiano. «Il nostro marchio più conosciuto forse è Happidea, ma anche la linea disegnata da Anne Geddes ha avuto un ottimo successo».
Tra le idee più originali della famiglia Zambaiti va segnalato il “progetto Eritrea”, ideato nel 2003 da Giancarlo, uno dei fratelli di Gino, un'avventura che nel 2005 ha iniziato a dare i suoi frutti. «Lavorare nei Paesi africani può dare grandissime soddisfazioni, ma bisogna avere pazienza, spiega Giancarlo Zambaiti. I tempi sono diversi, anche per le lunghissime trafile burocratiche e i non sempre facili rapporti con le autorità locali».
Nel 2003 Giancarlo Zambaiti acquistò per la cifra simbolica di un dollaro dal governo eritreo la Asmara Textile Factory, impegnandosi a farla tornare operativa investendo circa 60 milioni di euro. «Abbiamo costituito una società di diritto eritreo, la ZA.ER. Private Limited Company, che fa capo al nostro gruppo, spiega Giancarlo. Il Governo eritreo ci ha ceduto la proprietà di tutti gli edifici esistenti (circa 55mila metri quadrati coperti) e le aree limitrofe e noi, dal settembre 2004 a oggi, abbiamo assunto 240 persone ed entro la fine di marzo 2006 se ne aggiungeranno altre 100. Poi li abbiamo formati con personale italiano e abbiamo insegnato loro la nostra lingua. Ogni giorno lo stabilimento produce mille camicie ed entro il 2006 prevediamo di arrivare a 3mila, che diventeranno 5mila nel 2007» .
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/03/06 a cura di Pambianconews