E' sempre più diffusa la tendenza per cui i creativi italiani, dal design alla moda, si trasferiscono all'estero. Ne è un esempio Gianbattista Valli, stilista ormai affermato, che da anni vive a Parigi. Come lui è andato oltralpe anche Riccardo Tisci che disegna per la celebre maison Givenchy e Antonio Marras che, dal 2003, è al lavoro per Kenzo. Ma soprattutto per Marras si tratta di “pendolarismo” visto che lui fissa dimora ce l'ha nella sua isola, la Sardegna, a cui non rinuncia neanche per Lvmh, a cui fa capo Kenzo.
Secondo Marras all'estero c'è un diverso rispetto per il lavoro: «Le aziende italiane tendono a condizionare lo stilista e a commercializzarlo. E' come se ci fosse una paura della creatività mentre in Francia è la cosa più richiesta». Stesso confronto sulla creatività anche per Valli: «Io sono arrivato qui dieci anni fa perché la moda come la pensavo io era a Parigi. Ed è esattamente così, da un lato c'è l'Italia sempre più paludata sulla produzione industriale e dall'altro la Francia che privilegia la creatività».
Ma ci sono anche altri buoni motivi per fare le valigie, secondo Valli, specialmente per chi è agli esordi. «In Italia gli ultimi giovani che hanno sfondato sono stati Dolce & Gabbana, però succedeva venti anni fa e ora non c´è voglia più di rischiare e d´investire sul futuro. In più il fatto di lavorare in Francia apre le porte internazionali, dopo Parigi si può andare ovunque». Anche il trentatreenne Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, recentemente ha dichiarato: «Sono italiano e fiero di esserlo, ma l´Italia non mi ha mai aiutato ed è all´Inghilterra che devo tutto perché lì se hai talento ti sostengono. Alla Saint Martins mi hanno concesso una borsa di studio anche se non sapevo una parola d´inglese, una cosa da noi inimmaginabile».
Estratto da Affari&Finanza del 20/02/06 a cura di Pambianconews