Gant, la griffe di abbigliamento informale lanciata nel 1949, nel New Heaven (Usa), dall'emigrante ucraino Bernard Gant ha un business che, nel 2004, ha toccato i 435 milioni di euro e i dati 2005, anche se non definitivi, è in ulteriore crescita del 10-12% circa.
Nel 1999 tre soci svedesi, titolari della Pyramid Sportswear, già licenziataria del marchio per l'Europa, l'hanno rilevata dagli americani di Phillips Van Heusen che la gestivano dagli anni Sessanta con l'biettivo di conquistare il segmento premium, il cosiddetto prét-à-porter del casual, presidiato da anni da brand molto noti come Ralph Lauren, Henry Cottons e Lacoste.
«Le nostre collezioni sono vendute in 67 Paesi attraverso 230 negozi monomarca e oltre 4.500 multibrand» dice il presidente Arthur Engel. In Italia le collezioni della casa svedese sono commercializzate dalla Newport di Francesco Fila, erede della famiglia fondatrice dell'omonimo marchio, finito nel 1988 nella galassia Gemina e poi venduto, nel 2003, dall'allora Hdp al fondo americano Cerberus. «Con Newport abbiamo ottenuto risultati più che soddisfacenti» prosegue Engel. «Tanto che l'Italia è uno dei nostri mercati più importanti».
Tutta la produzione è affidata a terzi ed è realizzata per il 50% in Europa occidentale, Italia compresa. Le collezioni entry level, invece, sono fatte nel Far East. «Oggi siamo una lifestyle company, in grado di fare presa sui giovani di ogni età» conclude Engel.
Estratto da Economy del 17/02/06 a cura di Pambianconews