Quest'anno compie 130 anni, è il primo produttore europeo di tessuti per camicie, esporta il 70% del fatturato e nel 2005 ha raggiunto 153 milioni di ricavi consolidati (erano 150 nel 2004), con 1.300 dipendenti circa. Il Cotonificio Albini, fondato nel 1876 ad Albino (Bergamo), è da sempre un'azienda di famiglia: arrivata alla quinta generazione, oggi è guidata da Silvio Albini, il più anziano, insieme ai fratelli Stefano e Andrea e al cugino Fabio.
Le difficoltà del tessile hanno toccato anche questo cotonificio, ma non l'hanno piegato. Anzi. «La crisi ci è servita a riflettere sul futuro, spiega Silvio Albini, e a chiarirci le idee sulle strategie» . La scelta finale è stata quella di confermare la specializzazione nei tessuti tinti in filo per camiceria e di rimanere sostanzialmente produttori italiani (il gruppo ha un unico stabilimento all'estero, nella Repubblica ceca).
«Quello che oggi ci preoccupa, aggiunge Albini, è la forte pressione sui costi, e quindi sulla redditività. Le materie prime sono in aumento perché l'offerta è limitata e la domanda sostenuta». «I nostri costi non saranno mai più bassi di quelli degli altri. Dobbiamo assolutamente trovare elementi di competizione diversi dal prezzo» afferma Sivio Albini. Quindi innovazione stilistica e qualità, ma anche cura del servizio al cliente, che, aggiunge, «significa anche avere una logistica efficiente. Noi abbiamo investito recentemente su un sistema informatico molto sofisticato».
Ma sul tavolo della competizione mondiale il Gruppo Albini è in grado di giocare un'altra carta che si chiama Thomas Mason. È un marchio inglese (rilevato nel '92, con 210 anni di storia alle spalle). Spiega Albini: «Noi abbiamo acquistato il marchio, l'archivio e la struttura commerciale, i tessuti li produciamo in Italia. E sono il fiore all'occhiello della nostra offerta: i camiciai di Jermyn Street a Londra sono tutti nostri clienti. E i nostri tessuti sono utilizzati anche per le camicie della Casa reale britannica, comprese quelle indossate dal principe Carlo» .
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/02/06 a cura di Pambianconews