La sua specialità, per cui è famosa nel mondo, è il lino. Ma oggi è sotto assedio. La Michele Solbiati spa, 35 milioni di ricavi, è una delle più antiche aziende tessili italiane, fondata a Busto Arsizio (Varese) nel 1874, sempre appartenuta alla stessa famiglia. Produce filati e tessuti: “totally made in Italy” quelli di gamma più alta; per la fascia un pò più bassa, invece, il filato, ma solo quello, viene dall'estero. "Andando controcorrente, spiega Vittorio Solbiati, il presidente, abbiamo aperto una nuova filatura, piccola, per lino e cashmere, che utilizziamo al nostro interno" .
Allora, dottor Solbiati, nonostante la crisi del tessile le cose non vanno male?
Non è proprio così: noi linieri siamo poco soddisfatti. Perché il lino è tra i più aggrediti dai cinesi, non solo nei tessuti e filati, ma anche per i capi confezionati. Certo, la qualità è inferiore, ma non è così scadente.
Qual è la strategia di difesa?
La ricerca continua, anche se questo rende tutto più costoso. E i margini più che ridursi stanno diventando inesistenti. Qualche atout però I'abbiamo: la possibilità di fornire quantitativi ridotti, di produrre tessuti mescolando fibre diverse (sono più difficili da fare), i rapporti storici con chi produce abiti da uomo sartoriali e utilizza tessuti pregiati.
Non avete cercato di diversificare rispetto all'abbigliamento?
In collaborazione con la C&C di Emanuele e Piero Castellini stiamo sviluppando i tessuti di lino per arredamento. Il fatturato è ancora piccolo, 3,5 milioni, ma la crescita è molto interessante.
È ottimista per il 2006?
Al momento i numeri non sono granchè, ma per avere un'idea chiara bisogna aspettare gli ordini a luglio. Il mercato italiano, che vale il 21% del nostro fatturato, è in calo da quattro anni, mentre nel 2005 la Germania per noi è cresciuta del 60%. Anche il Giappone è in salita; gli Stati Uniti, invece, sono stabili. E la previsione di un ulteriore indebolimento del dollaro non può che essere un fattore negativo, così come l'aumento dei costi energetici.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 15/02/06 a cura di Pambianconews