Dopo tre anni di preoccupanti cali nel 2005 il valore della produzione dell'industria italiana della tessitura è diminuito “solo” dello 0,5 per cento. “Credo che finalmente si possa guardare al futuro con ottimismo”, ha dichiarato Paolo Zegna all'inaugurazione di Milano Unica, la fiera del tessile che riunisce cinque manifestazioni fino a due anni fa distribuite per il Centro-Nord del nostro Paese: Idea Biella, Idea Como, Moda In, Prato Expo e Shirt Avenue.
«Il valore della produzione (cotoniera, laniera, serica e a maglia, ndr) è stato di 8,8 miliardi di euro, ha affermato Zegna, presidente della federazione Smi-Ati, che riunisce la maggior parte delle aziende del settore. I volumi sono calati ma il prezzo medio è salito: segno che le aziende stanno attuando un riposizionamento verso I'alto, una mossa necessaria per sopravvivere alla concorrenza che viene dai Paesi dell'est asiatico e non solo».
Adolfo Urso ha riportato l'attenzione sul tema dell'etichettatura d'origine obbligatoria, una misura proposta dall'Italia alla Commissione europea, che potrebbe tutelare l'industria tessile italiana «dando allo stesso tempo ai consumatori la possibilità di sapere esattamente dove viene fabbricato ciò che comprano». Il vicerninistro alle Attività produttive non ha però nascosto che l'approvazione dell'etichettatura d'origine per i prodotti extra Ue non è scontata. «Potrebbe arrivare entro marzo, ha detto Urso, ma occorre che le posizioni di Gran Bretagna e Germania si ammorbidiscano: abbiamo bisogno di una maggioranza qualificata per far approvare la nostra proposta e per averla dobbiamo convincere almeno uno di questi due Paesi» .
Milano Unica è comunque un segnale davvero positivo: «Quello che abbiamo realizzato insieme ai presidenti delle cinque fiere, ha detto Paolo Zegna, è un esempio concreto di cosa significhi, nella realtà, fare sistema».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 15/02/06 a cura di Pambianconews