Ha capovolto una consolidata prassi Marco Tempestini per dare maggiore dinamismo e competitività alle attività del gruppo di famiglia, il Magreb, e ha reso operativamente autonome le strutture manifatturiere del maglificio Magreb e quelle legate al mondo del retail del marchio Glenfield. Un'operazione che vede Marco Tempestini confermato nel ruolo di presidente di Magreb e Giuseppe De Lassotovich AD di Glenfield, alla cui presidenza è destinato un altro componente della famiglia Tempestini. «È un passaggio obbligato per far fronte ad una situazione nel settore che continua a non essere facile, afferma Tempestini, continuare a far convivere sotto lo stesso tetto due anime sostanzialmente diverse significava limitare le potenzialità di entrambe».
Via libera dunque a Glenfield da un lato per conquistare spazi di mercato sempre maggiori, con una rinnovata attenzione alla Cina vista come mercato di sbocco e non come fornitore, e a Magreb per trovare margini di flessibilità più competitivi.
II gruppo Magreb aveva chiuso il 2004 con un fatturato di 55 milioni di euro realizzato per il 70% dal marchio Glenfield ed il resto diviso fra marchi minori come Max e Gea Rossini, il retail tradizionale ed il private label, e si appresta a marzo ad archiviare il 2005 superando i 60 milioni. Glenfield, con il suo innovativo progetto distributivo basato sulla formula della partnership con piccoli imprenditori più che sul tradizionale franchising, ha superato nel frattempo quota 250 negozi nel mondo e continua a registrare un trend di crescita a due cifre.
«Svincolato dalla parte della produzione tradizionale lasciata a Magreb, osserva Tempestini, Glenfield può ora concentrarsi su negozi e fatturato con l'obiettivo di arrivare al raddoppio nell'arco dei prossimi cinque anni, forte anche di una rotazione di 5 o 6 collezioni l'anno con tre o quattro riassortimenti rapidi. Magreb, invece, continuerà la produzione nei siti tradizionali di Treviso, dell'Italia del Sud, di Romania ed Ungheria e potrà a sua volta sviluppare piani di crescita legati ad un potenziale ancora di alto livello.”
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/02/06 a cura di Pambianconews