Sfondare in Russia per diventare una piccola Zara, la mar ca spagnola che puntando sui bassi prezzi e sul continuo ricambio di collezioni è diventato un colosso del casual mondiale. Il punto vendita monomarca più grosso, la fiorentina Sasch ce l'ha proprio a Mosca: 1.200 metri quadrati nel centro commerciale del Maneggio, zona Piazza Rossa. E nella capitale russa i negozi con le insegne del brand italiano sono già una quindicina.
«Vendiamo il 40 per cento dei nostri capi all'estero e la percentuale è destinata ad aumentare», spiega Roberto Cenni, presidente Go-Fin e amministratore delegato di Sasch. I capi firmati Sasch e Shs (la linea per i giovanissimi, dalle caratteristiche più aggressive) sono prodotti per il 30 per cento in Europa, Italia compresa, e messi in vendita a prezzi compresi tra 10 euro (magliette) e 70 euro (giacche). La produzione domestica è affidata a laboratori esterni, soprattutto in Puglia e nelle Marche. La Cina conta per il 40 per cento, l'altro 30 per cento arriva dall'India e da altri Stati asiatici.
Entro la fine del 2006 la quota cinese salirà ulteriormente, dato che sarà operativa la fabbrica da 80 addetti attualmente in costruzione. «Combattiamo in un segmento altamente competitivo e affollato da giganti come gli spagnoli Zara e Mango e gli scandinavi della H&M: la delocalizzazione produttiva, la logistica e la presenza diretta devono funzionare alla perfezione altrimenti sono guai», sottolinea Cenni. Ora Sasch, che da dieci anni è lo sponsor di Miss Italia, conta su circa 220 punti-vendita, per l'80 per cento in franchising. Dall'anno prossimo il gruppo toscano avrà la licenza mondiale del marchio Sundek, quello dei costumi con l'arcobaleno. Pur essendo un brand californiano, ha in Italia i suoi consumatori più fedeli.
Estratto da L'espresso del 13/01/06 a cura di Pambianconews