Carlo Pambianco è uno dei più attenti e ascoltati manager della moda con una particolare specializzazione nell'area dell'internazionalizzazione del made in Italy. È presidente della società di consulenza Pambianco Strategie di Impresa che ha fondato nel 1977. Ecco come ha risposto ad Economy.
Cosa le piace del Pitti Uomo?
La sua capacità di adattarsi al mercato: negli ultimi anni, per esempio, si è allargata dal classico-formale allo sportswear. Questa intuizione le ha permesso di crescere.
Che tipo di consulenza chiedono oggi le aziende del settore?
Innanzitutto capire il posizionamento sul mercato. C'è molto affollamento e per questo occorre trovare per ogni brand un percorso di differenziazione. Un tempo c'erano poche, grandi griffe: oggi i numeri sono cresciuti in modo impressionante. Ecco perché è essenziale sapere che cosa e a chi vendere. Bisogna puntare sulla specializzazione senza sprecare energie ogni anno in nuove collezioni.
Cosa pensa di una fiera per la moda femminile a Milano organizzata dal team del Pitti Uomo?
Sono molto favorevole al progetto ma bisogna trovare un accordo tra i tanti soggetti in questione. Non esiste solo il mercato degli stilisti: il sistema moda è molto più vasto, per questo una fiera in anticipo sui tempi farebbe bene a tutti. Una massa critica maggiore concentrata su Milano rafforzerebbe ancora di più la sua centralità a livello internazionale.
Estratto da Economy del 13/01/06 a cura di Pambianconews