«Firenze ha le potenzialità per diventare un polo di eccellenza di fiere specializzate, dichiara il presidente di Pitti Immagine Gaetano Marzotto, ma non capisco perché non voglia usare, per gestirle, un team così rodato come quello di Pitti Immagine che viene ormai chiamato anche da Milano». E così Marzotto entra nel complicato piatto dell'incerta alleanza tra Pitti Immagine e Firenze Fiera, il cui piano industriale non piace né al Centro Moda né a Pitti. Marzotto intanto pensa al dopo elezioni: «L'Italia ha bisogno di una cura di competitività e certo con il governo Berlusconi non si va da nessuna parte. Ho fiducia che il nuovo governo penserà a riorganizzare la rete dei distretti e dei prodotti made in Italy, a combattere il parassitismo, a ridurre le tasse ma farle pagare a tutti, a diminuire il costo del lavoro senza toccare le buste paga ma riducendo il divario tra guadagni e spese delle aziende, a fare una nuova politica energetica».
Il problema nella difficile alleanza non sembra solo il dibattuto tema se Pitti debba o non debba gestire sia le fiere che i congressi. Le questioni sono soprattutto il piano industriale e i soldi. Del primo, il consigliere delegato di Firenze Fiera, Alberto Bruschini, e Pitti hanno una concezione opposta. Bruschini ha sempre detto che il piano di risanamento economico della società che dovrà essere votato in consiglio di amministrazione il 30 gennaio è preliminare a qualsiasi alleanza e qualsiasi strategia. Pitti pensa che la questione vada rovesciata e che senza tagliare con il passato non ci possa essere nessuna ipotesi di sviluppo. «Firenze Fiera, dice Napoleone, è andata malissimo negli ultimi tempi. Nel piano industriale, di cui non mettiamo in discussione la serietà, né una vera passione per Firenze e per la sua specialità che la rende diversa, e potenzialmente eccezionale, rispetto agli altri poli fieristici».
Quanto ai soldi, la querelle è sull'eventuale forma di affidamento della gestione delle attività a Pitti. «Nel piano industriale di Firenze Fiera ci sono nette parole di apprezzamento per Pitti e alcune reazioni mi sembrano sproporzionate. Certamente Pitti non dovrà riparare al buco di Firenze Fiera, ma dovrà assumersi rischi e responsabilità», dice il capogruppo dei diesse regionali, Paolo Cocchi.
Estratto da La Repubblica del 13/01/06 a cura di Pambianconews